Antonia portò in tavola un altro paio di bottiglie di Prugna, dopodiché, con le menti stordite dall’alcool, il simpatico gruppo di allegri buontemponi, cominciò ad elaborare un piano d’azione.
Si ritrovarono tutti a concordare che la cosa dovesse essere fatta in tempi molto brevi. La paura che Folco andasse da qualche parte cercando di incassare la schedina, era la prima priorità che avevano.
Fu così che quando Primo Borgato, di professione coltivatore diretto, ventilò l’idea che il tagliando vincente fosse già all’incasso, si scatenò il panico.
“E allora facciamo questa notte, orco diavolo” disse Marino Maschio, di professione escavatorista e con il grande sogno nel cassetto di comprare una bella villa a Sottomarina.
Un coro di approvazione si sollevò dal tavolo “carbonaro.”
“Va bene” intervenne l’Erle. “Copemolo ‘sta notte. Tanto no cambia un casso de niente. Partiamo tra dieci minuti. “’Tonia” rivolgendosi alla donna “Porta ‘na bottiglia da graspa e meti in conto all’ebete!”
Tutti risero alla battuta.
La Antonia, approfittando del momento, strizzò l’occhio a Mario.
“Ce l’ho in magazzino, ma è nello scaffale in alto. Vieni a darmi una mano?”
L’Erle non se lo fece ripetere due volte ed i due sparirono dietro ad una porta con la targhetta “privato”.