L’uomo vestito di nero, la recensione di Massimo Zammataro della nuova edizione dello storico racconto di Stephen King con le inquietanti illustrazioni di Ana Juan.
- Titolo: L’uomo vestito di nero
- Autore: Stephen King
- Illustratrice: Ana
- Editore: Sperling & Kupfer
- PP: 123
Chiariamolo subito: L’uomo vestito di nero non è un inedito. È stato già pubblicato nella raccolta kinghiana Tutto è fatidico e, in precedenza, su altre riviste. Vincitore del World Fantasy Award e dell’ O. Henry Award, è ritenuto uno dei più classici e apprezzati racconti di Stephen King.
Ispirato dal racconto di Nathaniel Hawthorne Il giovane Sig. Brown (compreso in questa nuova edizione), King gli rende omaggio con una storia spaventosa da racconti intorno al fuoco.
L’ambientazione è quella dell’America rurale del 1914, un mondo la cui vita è ancora scandita principalmente dalle stagioni e in cui la natura ha una parte fondamentale; un mondo lontano (per noi moderni) in cui le distanze, anche brevi, sembrano quasi insormontabili e in cui la famiglia, in primis, e la comunità costituiscono i legami fondamentali di quel tempo.
In quell’estate del 1914 un ragazzino, Gary, va a pescare al fiume. Tutto è bellissimo e perfetto: la descrizione dell’ambiente e del paesaggio (cosa in cui King eccelle), lo stato d’animo spensierato e carico di aspettative del protagonista, ci restituiscono una visione bucolica e rilassata della situazione in cui ci si muove.
L’uomo vestito di nero, un classico
Ma è proprio in questo idillio della natura che, improvvisamente, irrompe L’uomo vestito di nero, così dal nulla, quasi fosse l’altra faccia della medaglia rappresentata da quella natura rasserenante che ci è stata raccontata fino a quel momento.
Dai tratti affilati ed elegantemente vestito, L’Uomo – occhi di brace e puzza di zolfo – si avvicina al ragazzino e, nonostante i modi educati e gentili, lo terrorizza a morte.
Questa è la vera forza del racconto: non tanto per il fatto che il demonio (perché il ragazzino crede fermamente che lo sia) voglia mangiarsi il malcapitato giovinetto, ma quanto perché egli provi un gusto perverso nell’instillargli il dubbio (che nella testa del ragazzo diventa subito certezza) che la sua mamma sia morta a causa di una puntura di ape, come era morto pochi anni prima il suo fratellino.
L’incredulità a quanto gli viene riferito, si trasforma in breve in incubo: il ricordo della madre intenta a fare il pane mentre lo saluta e gli dà le classiche raccomandazioni da mamma, il suo abito, il suo profumo, il suo sorriso, rappresentano una straziante escalation di disperazione che colpisce anche il lettore.
Come ho detto, gli affetti familiari erano (e dovrebbero esserlo tuttora) veri e sinceri. E l’incontro con il padre, durante la fuga disperata di Gary verso casa, è davvero commovente: il ragazzo non si stacca dall’abbraccio preoccupato, ma consolatorio, del papà che lo rassicura che va tutto bene. Davvero, se uno provasse a immedesimarsi in Gary senza provare le stesse sensazioni, allora sarebbe L’uomo vestito di nero.
Una nuova edizione sontuosa
Venendo all’edizione, il libro è corredato dalle splendide illustrazioni di Ana Juan, illustratrice, pittrice e scultrice spagnola, conosciuta per le sue interpretazioni originali, malinconiche e talvolta un po’ spietate della realtà e delle storie.
Proprio quest’ultimo aspetto è evidente nei disegni che punteggiano il racconto: sono illustrazioni davvero inquietanti che, mostrando il lato oscuro, fanno da contrappasso alla narrazione idilliaca della realtà.
Insomma, questa edizione de L’uomo vestito di nero, è proprio una chicca da non perdere per i collezionisti e appassionati di Stephen King.
Ah, dimenticavo, fino al 10 dicembre acquistando due libri del Maestro del Brivido, riceverete in omaggio la mascherina che riproduce la copertina del libro (di cui potete vedere una simpatica foto qui sopra).