Upside Down è il film che non vorresti vedere mai, quindi se non siete pronti a dosi massicce di romanticismo casuale lasciate stare.

Che Juan Solanas sia il figlio di quel Pino Solanas non è mistero, che il figlio voglia ripercorrere la storia del padre in chiave modern mélo mi lascia basito.

Il giovane Juan, poi mica tanto visto che è del ’66, si cimenta in questa sua prima grande produzione con uno spirito tra il  serio e il faceto. Non riesce a convincere su nulla.

La contrapposizione di classe, che tanto ha contraddistinto la carriera del padre da Verso un terzo cinema in poi, ci viene riproposta sotto forma di mondi diversi, il Mondo di Sopra e il Mondo di Sotto.

Visto che sopra e sotto sono concetti universalmente relativistici, il nostro attento regista stravolge il tutto con quest’ardita interpretazione: ricchi nel Mondo di Sopra, poveri nel Mondo di Sotto. Ne esce che i poveri oppressi e affamati cerchino di andare Sopra, dove anche i ricchi a volte piangono.

Upside Down

Qui parte il pippone, evidentemente mal digerito, social-meta-fanta-sinistrorso di un regista e sceneggiatore fermo a quarant’anni fa, quando addirittura i comunisti non mangiavano più i bambini.  Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più, eufemisticamente parlando.

Insomma questa produzione Franco-Canadese lascia un po’ basiti per la faciloneria con cui vengono trattati certi argomenti. Stereotipare tutto e tutti i personaggi sarà sembrata la via Hollywoodiana più semplice, sicuramente ha assonnato il sottoscritto che al terzo del secondo tempo ha abbassato le palpebre.

Nemmeno la parte romantica, vero cardine della pellicola, riesce a trasmettere emozioni degne di questo appellativo.

Notoriamente sono dal pianto facile e dal cuore tenero ma qui nulla, impassibile mi sono sorbito Adam (Jim Sturgess) e Eden (Kirsten Dunst) che amoreggiano sotto effetti lens flare da paura, neppure il mitologico J.J. (Abrams) ha osato tanto! Voglio il corpo freddo di Pierre Gill per crearci una statua voodoo.

Upside Down

Diciamolo, se non hai budget stellari, non cercare di imitare i grandi sul loro stesso piano. Concentrarsi solo su ardite panoramiche di mondi fantastici, senza avere la potenza di calcolo adeguata, porta inesorabilmente a perdere l’obbiettivo che ti prefiggi. Juan è caduto nel tranello e ne esce con le ossa spezzate, senza se, senza ma.

Se siete neo amanti, neo sposati, avete un’età inferiore ai diciotto o andate per la prima volta al cinema, probabilmente i 100 minuti del film passeranno velocemente come pure i vostri 8 euro spesi male.

Dunst e Sturgess, belli e mummificati, valgono i vostri soldi? Direi di no, meglio rivedere Harry ti presento Sally per la cinquantesima volta senza ripensamenti, un film dove nulla è lasciato al romanticismo per caso.  Il nostro Solanas doveva osservare meglio Hollywood.

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