Vampiri al cinema: breve viaggio da Nosferatu a Twilight: la natura del vampiro si è snaturata? Ecco com’è cambiata la categoria dei principi delle tenebre e perché.
Abbiamo già parlato su queste pagine di come si è modificato il ruolo del cattivo nei film horror. Stavolta affronteremo un particolare tipo di horror, cioè la narrazione relativa ai vampiri e come questi personaggi si sono modificati nel tempo. L’archetipo del vampiro è da sempre Dracula, protagonista dell’omonimo romanzo di Bram Stoker, ma nel corso del Novecento la figura del principe delle tenebre e dei suoi adepti si è evoluta in maniera sempre nuova e sempre differente. L’archetipo del vampiro cinematografico viene incarnato facilmente nel film “Nosferatu il Vampiro” di Friedrich Wilhelm Murnau e dal suo protagonista Max Schrek: il grande schermo ci avrà anche guadagnato in tecnologia, ma guardare questa pellicola al buio in una notte senza stelle è sicuramente quanto di più terrorizzante si possa immaginare. Molti dei personaggi vengono da quel momento in poi associati ad attori che hanno fatto la storia del cinema vampiresco, in testa Christopher Lee e Bela Lugosi, tanto che quest’ultimo si è meritato anche il titolo di una splendida e celebre canzone dei Bauhaus, “Bela Lugosi is dead”. Ma dagli anni ’80 in poi, il cinema ha cambiato registro: si è passati da un Dracula cupo, terrorizzante e tenebroso, a un bel tenebroso pur sempre malvagio, ma anche alla sua parodia. La testimonianza di questa tendenza è rintracciabile ad esempio in “The Hunger” (reso in italiano con l’infelicissimo titolo di “Miriam si sveglia a mezzanotte”), in cui due vampiri, David Bowie e Catherine Deneuve vivono in una lussuosa casa a Manhattan e si nutrono in una maniera meno primitiva dei vampiri tradizionali, ma anche in “Dracula morto e contento”, in cui Leslie Nielsen dissacrava qualunque cliché sui vampiri.
Ma come si è arrivati alla tanto detestata dai cinefili saga di “Twilight”, in cui i vampiri sono solo una pallida ombra di quello che Schrek, Lugosi, Lee e Bowie hanno portato sul grande schermo? La tendenza all’“adolescentizzazione” è ormai qualcosa di conclamato: anche l’horror sembra essersi piegato alle logiche del marketing, per cui presentare un vampiro che prova sentimenti differenti dal primordiale desiderio del lusso e della lussuria è diventato ben più che una moda. Vendere ciò che non si dovrebbe, spingere quello che è stato creato da un letterato e che travalica i secoli verso una sorta di teen drama con qualche macchia di sangue.
Fino alla prossima tendenza: come diventerà il prossimo vampiro, si tornerà mai alle origini? Probabilmente no, a meno che non lo dica il marketing.