Versi randagi, di Alessandro Cannavale e Miriam Piro. La recensione di Maila Cavaliere per Sugarpulp MAGAZINE.

Non va di moda la poesia in questi tempi cupi… È fatica, limatura, corpo nudo e perfetto scolpito nel duro marmo, sgrossatura di una materia sempre più ostica come il linguaggio, alfabeto emotivo inaccessibile a un’umanità che consuma in fretta un idioma di servizio, che non lascia tracce.

Eppure,  questo piccolo volume con le poesie di Alessandro Cannavale e le illustrazioni di Miriam Piro (Les Flaneurs, 2019) si sta facendo strada, ” in direzione ostinata e contraria” nel parapiglia di un’umanità varia che, evidentemente, cerca ancora una direzione.

Nella deriva dell’anonimato e dell’approssimazione, i VERSI RANDAGI illuminano un porto sicuro, offrendo approdo temporaneo al viaggiatore della vita. Non illude, questa poesia, promettendo di sciogliere i nodi della complessità dell’ esistenza. Sa invece illuminare piccole risacche del tempo, minuscoli luoghi di bellezza e felicità, indugiare sulla soglia di casa e, al tempo stesso, anelare un altrove dove ingannare lo spazio bianco dell’attesa.

Ogni verso è cucito sulla trama di un disegno. E il massimo grado di separazione tra segno e (di)segno è nella prossimità della differenza, nella macchia rossa di colore che si fa ponte e non frontiera. Volti, corpi di donna, piedi, mani, occhi, chiome fluenti a scompaginare il senso e a reinventarlo attraverso ” dubbi irrisolti” tra le pagine.

Respiro e vento sono due lemmi che tornano a fondere l’umano nella Natura, a restituire al randagio il senso di un’appartenenza, a spingere a sud la vela del viaggiatore che lì, nonostante tutto, vuole ritornare.

Sono, questi VERSI RANDAGI, poesia di “note zingare” e pendolari, di speranza nel “sacrificio dei giusti”, in una promessa di bene” ” sulla terra redenta / dai figli del Sud”.

E solo i randagi si salvano dalla spietata logica del potere e dell’IO. Arrancano e si muovono incerti, spinti dal seme indomito della rivolta, della mancata rassegnazione.

Alessandro Cannavale, ingegnere e ricercatore con Miriam Piro, docente di matematica, pubblicano un minuscolo e prezioso métissage di impressioni e “ventagli di parole” che noi, assetati cercatori di senso, non possiamo fare a meno di custodire.