La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta di Andrea Camilleri, la recensione di Danilo Villani per Sugarpulp MAGAZINE.

La cappella di famiglia e altre storie di VigàtaTitolo: La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
PP: 336

Andrea Camilleri pubblicò il primo volume dedicato a Vigàta, l’immaginaria città che tutti conoscono grazie alle imprese del Commissario Montalbano, nel 2011. Il titolo era Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta. Il format constava in otto racconti brevi tutti o quasi ambientati nella stessa città e tutti con una specificità, quella di avere protagonisti e situazioni completamente differenti.

Vigàta, un microcosmo specchio dell’Italia

Ogni racconto era imperniato su fatti e accadimenti, certamente immaginari, inseriti in determinati periodi con chiari riferimenti e particolarità al momento stesso tali da poter essere considerati come dei racconti “storici”. Gli archi di tempo presi in esame passavano dallo sbarco dei Mille fino ai primi anni ’50 del XX secolo. Protagonisti erano i popolani, ovvero “viddrani”, “piscatori” e “carritteri”, nobili più o meno decaduti, e elementi di una borghesia che muoveva i suoi primi passi in una Sicilia che, nonostante l’unificazione all’Italia, riusciva a stento ad uscire dal feudalesimo.

Dunque Vigàta come microcosmo dei vizi e delle virtù nelle quali è facile riscontrare quelle dell’intera nazione. Questioni di corna, debiti di gioco, amori più o meno nascosti, inganni e sotterfugi sono solo alcune delle situazioni nelle quali lo scrittore empedoclino ci conduce. Il tutto con la leggerezza, anche nei temi “forti”, che ha sempre contraddistinto i suoi lavori. Com’ è nella tradizione camilleriana ogni racconto ha una sua dimensione “teatrale” nonostante qualcuno sia posto in un contesto en plen air, dialoghi serrati nel consueto vernacolo e, fedele al ruolo di giallista, qualche tocco di noir.

La serie, visto il successo, è poi proseguita con altri tre volumi , l’ultimo dei quali La cappella di famiglia ed altre storie di Vigàta, è stato pubblicato nel novembre 2016.

La cappella di famiglie ed altre storie, 3 racconti da segnalare

Il volume comprende otto racconti completamente indipendenti l’uno dall’altro se non per il territorio. Segnaliamo tra gli otto, tre in particolare:

  • Il duello è contagioso

Racconto di “soddisfazioni” date e ricevute, di guanti lanciati in una Sicilia dove, abbandonati i toni sanguigni e rusticani di stampo verghiano, e, nel tentativo di uniformarsi alle regole, ci si affida al manuale Gelli con risultati ed equivoci esilaranti.

  • Il palato assoluto

Metafora ambientata negli anni ’50 ma chiaramente proiettata ai giorni nostri, di quanto i media possano condizionare le scelte del grande pubblico in tema di cibo e nutrizione.

  • Lo stivale di Garibaldi

Racconto di stampo “storico” con personaggi reali, narra la breve e infelice esperienza di Enrico Falconcini, prefetto di fresca nomina a Montelusa. Lui, livornese di origine, ostinato fino ai limiti, non riesce a comprendere appieno la mentalità di una regione nella quale il compromesso, il ragionamento, la mediazione sono stati capisaldi per secoli. Fino alle estreme conseguenze.

Nella postfazione, a cura dell’autore, è specificato che due degli otto racconti non sono inediti ma pubblicati nel 2010. Quindi si presume che gli altri sei siano stati scritti in tempi recenti. Un chiaro messaggio diretto a certe “voci” che volevano Andrea Camilleri ormai prigioniero della sua età e non più in grado, se non attraverso l’ausilio di terzi, di incrementare la sua produzione letteraria. Voci smentite in pieno.

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