Zodd. Alba di sangue, la recensione di Giacomo Brunoro del romanzo fantasy-horror di Gabriele Campagnano.
Titolo: Zodd. Alba di sangue
Autore: Gabriele Campagnano
Editore: Necrosworld
PP: 480
Zodd. Alba di sangue non è sicuramente un libro per tutti. Gabriele Campagnano ha scritto una storia per palati forti, un romanzo che prende a colpi di scure il concetto stesso di mainstream senza farsi nessun problema.
Zodd. Alba di sangue è un libro impossibile da catalogare (dark fantasy? fanta-horror? ultrahorror? splatter-fantasy?), un romanzo che sembra scritto da un orco Uruk-hai strafatto di benzedrina: ultraviolenza, sangue, massacri, visioni apocalittiche (con relativi integrati squartati), pagine letteralmente sconvolgenti che mi hanno fatto venire in mente La notte della mediarchia di Carlo Vanin, romanzo folle e mostruoso come pochi altri.
Zodd è un bestione enorme abituato a mangiare pane e massacri a colazione. Fa parte dei Corazzati, un reparto ausiliario dell’Impero Imadiano e vive su Onmar, quello che potremmo definire il peggiore dei mondi possibili. C’è da dire che lui stesso si adopera con zelo per renderlo ancora più orribile…
Zodd è infatti un essere privo di qualsiasi morale, fa quello che ritiene opportuno fare per raggiungere i suoi obiettivi o per sopravvivere senza preoccuparsi minimamente delle implicazioni morali dei suoi gesti. Il bello è che per lui tutto è opportuno, ma proprio tutto: cannibalismo, massacri e altre amenità del genere. Quindi, se per caso ve lo stavate domandando, la parola “eroe” non ha senso nel mondo di Zodd, sia che si parli di classici eroi che dei nobili anti-eroi che ultimamente vanno di moda. No, Zodd non è una “simpatica canaglia”, Zodd è Zodd e basta.
La storia procede attraverso una susseguirsi di scene che farebbero rivoltare le budella a Clive Barker e che aprono infinite porte su mondi in cui l’orrore è soltanto il punto di partenza per un viaggio senza ritorno nella follia.
Sarà senza dubbio affascinante per gli appassionati scovare le tante influenze di Campagnano che, nel costruire la sua personalissima cattedrale votata all’abominio, non si è fatto mancare nulla: da Lovecraft ai manga, dall’Antica Roma al Dark Fantasy più recente.
Zodd. Alba di sangue dunque alza (e di un bel po!) l’asticella, e riesce a farlo con classe e stile, riuscendo a catturare del lettore grazie a una prosa spigolosa ma ferma, a una scrittura che non perde mai il filo della narrazione centrando l’impresa impossibile di raccontare l’indicibile.