ZOO, la recensione di Pierluigi Porazzi del nuovo inquietante romanzo di Paola Barbato pubblicato da Piemme, uno dei migliori thriller dell’anno.

Titolo: Zoo
Autore: Paola Barbato
Pagine: 440
Prezzo: euro 18,50
Editore: Piemme

Risvegliarsi dietro le sbarre, senza sapere dove ti trovi, come e perché qualcuno ti ha rapito e ti ha chiuso all’interno di una gabbia, un vecchio carrozzone da circo. È quello che accade ad Anna, la protagonista di Zoo, il nuovo romanzo di Paola Barbato.

In poche pagine siamo già precipitati nell’incubo di Anna, viviamo la sua prigionia, la sua ricerca di una via di fuga e la brama di scappare o uccidersi, piuttosto che accettare una vita in cattività.

Con una scrittura sublime, Paola Barbato, regina indiscussa del thriller, riesce a raccontare magnificamente una situazione estrema, rivelando la straordinaria e terribile capacità di adattamento dell’essere umano, che riesce a sopravvivere a tutto, o quasi.

Impeccabile la costruzione della protagonista e della sua psicologia, e l’evoluzione (o meglio, regressione) che compie nel corso del romanzo. Ma tra gli spunti migliori di Zoo ci sono anche le dinamiche di potere, tra il carceriere (o i carcerieri?) e le vittime, e tra gli stessi prigionieri. I limiti del vivere civile si sgretolano poco a poco, non esistono più regole sociali o tabù, le uniche regole ormai sono quelle dettate da “Lui”, come Anna chiama il suo misterioso rapitore.

Solo alla fine si scoprirà se la protagonista riuscirà a sopravvivere, anche se chi ha già letto Io so chi sei (Piemme, 2018), il precedente romanzo di Paola Barbato, potrà apprezzare ancora di più la lettura e conoscere ulteriori aspetti della vicenda.

Paola Barbato si conferma, con Zoo, grande scrittrice, con un posto di diritto tra i migliori autori contemporanei. Zoo è duro, spietato, sia con i suoi protagonisti che con i lettori. I prigionieri, che nella vita oltre le sbarre erano uomini e donne “normali”, si trasformano, lasciando libere tutte le piccolezze e le brutture dell’essere umano, squarciando il velo delle convenzioni sociali e rivelando caratteristiche di bestialità e ferocia superiori a quelle di qualsiasi altro animale.

Zoo è un libro da leggere a tutti i costi, sicuramente il miglior thriller dell’anno. In oltre 400 pagine non c’è mai una caduta di stile, un passo poco incisivo o inutile; ogni parola e ogni frase è calibrata alla perfezione, e non si può fare a meno di restare ammirati dalla bravura dell’autrice.