Le mie due vite è un romanzo cinico che, attraverso l’effetto farfalla, invita a riflettere sull’importanza delle scelte. Peccato che a tratti appaia melodrammatico.

le-mie-due-vite-di-jo-watson-la-recensione-sugarpulpTitolo: Le mie due vite
Autore: Jo Walton
Editore: Gargoyle Books
Pagine: 314
Prezzo: 18 euro

Il romanzo fantasy di Jo Walton, autrice vincitrice del British Fantasy Award, dell’Hugo e del Nebula Award, è un’ucronia che lavora sul concetto di sliding doors: basandosi sul condizionale, la protagonista Patricia, ormai anziana e affetta da demenza senile, non sa come ricordare il passato. Qual è stata la scelta che ha cambiato la sua vita?

La donna, rinchiusa in una casa di riposo, non sa a quale versione dei suoi ricordi credere, quella in cui è sposata e infelice con Mark Anston, uomo mediocre e tirannico, con quattro figli, o quella in cui è coniugata a un’altra donna, la biologa Bee, con tre figli.

In questi due universi paralleli l’elemento che scatenerà un bivio narrativo sarà l’accettare o meno la proposta di matrimonio fatta da Mark: a seconda di come la protagonista reagirà, il libro seguirà a capitoli alterni le vicende di Pat o Trish, per differenziarle l’una dall’altra.

Sembra quasi un libro gioco, il lettore si diverte a immaginare, nel corso del XX secolo, destini che si incrociano in costanti comuni (la presenza forte della famiglia, la malattia), per poi prendere andamenti quasi sdolcinati nella vita quotidiana, riassumendo in trecento pagine due vite intere.

La presenza dei figli e dei nipoti in entrambi i filoni dà alla storia un sapore di saga che sembra quasi interminabile: a volte i nomi si accavallano e fuggono in quel marasma che presenta personaggio dopo personaggio, tragedia dopo tragedia.

La lettura degli eventi reali è un po’ superficiale, la notizia della figlia incinta o il dramma dello stupro o ancora le difficoltà della malattia vengono affrontate quasi con una scrollata di spalle, con un ottimismo che sembra quasi impossibile.

In compenso il libro è anticonvenzionale nella struttura, ma nella trama è adatto a lettrici che amano storie confezionate dal lieto fine dopo un periglioso susseguirsi di eventi melodrammatici: un Beautiful in formato romanzo che si propone in maniera accattivante, con una bellissima copertina.