Alan Ford finirà con il numero 660, lo ha dichiarato Luciano Secchi (aka Max Bunker), il suo creatore che dopo 55 scriverà l’ultima avventura di un fumetto che ha fatto la Storia.

Alan Ford e il Gruppo TNT è una di quelle serie che ha fatto la storia del fumetto italiano. Nato in quel caos creativo irripetibile che furono gli anni ’60 dal genio di Max Bunker (nome con cui si faceva chiamare all’epoca Luciano Secchi) e di Magnus (ovvero Roberto Raviola) arrivò nelle edicole italiane nel 1969 dopo un paio d’anni di gestazione.

I primi due anni saranno difficilissimi per una serie che doveva ancora trovare il suo equilibrio ma che evidenziava già un disegno divino e una scrittura superba. Fu grazie alla prima indimenticabile trilogia di Superciuk che il Gruppo TNT, sgangherata ganta di pseudo agenti segreti che si muoveva in una New York, divenne un fenomeno di culto per almeno un paio di generazioni.

La storia del fumetto italiano

La run disegnata da Magnus, che comprende i primi 75 numeri della serie, resta nell’Olimpo del fumetto. Ma anche i decenni successivi regaleranno agli affezionatissimi lettori una serie di storie eccezionali. Il boom fu dovuto anche all’indimenticabile adattamento realizzato per SuperGulp, il mitico programma che portò i fumetti tv in Rai dal 1972 al 1981.

A partire dagli anni ’90 per Alan Ford e il Gruppo TNT inizia un lento declino, frutto in parte di scelte editoriali discutibili, ma anche di un grande cambiamento da parte del pubblico e anche del mercato distributivo del fumetto.

Non ha certo aiutato la gestione da padre-padrone di Luciano Secchi (peraltro penso che sia l’unico autore al mondo ad aver firmato 660 storie consecutive della stessa serie… ma non ho dati per fare affermazioni precise).

Forse se Secchi fosse stato più aperto e meno difficile in termini caratteriali Alan Ford sarebbe potuto diventare un fenomeno di costume e non un fumetto cult, ma probabilmente questo avrebbe significato snaturare l’essenza della serie. E poi con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte.

E, sia chiaro, ridurre l’opera e il lavoro di due giganti del fumetto italiano come Magnus & Bunker soltanto ad Alan Ford sarebbe un’operazione criminale da un punto di vista dell’onestà intellettuale.

55 anni in edicola

Io sono cresciuto a pane e Alan Ford, penso di conoscere i primi 200 numeri a memoria e ancora oggi mi capita di leggere con piacere gli albi che mi capitano tra le mani, ma mi rendo conto che lo stile di Secchi risenta pesantemente degli anni.

Secchi è stato uno dei padri fondatori del fumetto italiano, su di lui ne sono state dette e scritte di tutti i colori, e lui di suo non ha mai fatto niente per stare simpatico a nessuno (anzi!). Ma non è questa la sede per entrare in polemiche annose e che non portano a nulla.

Col numero 660 infatti Alan Ford (tempo il vecchio Gruppo TNT è andato pensione) chiuderà definitivamente i battenti. Credo che, per restare all’Italia, soltanto Tex, Topolino e Diabolik possano vantare una storia editoriale più lunga o per lo meno paragonabile. Qualcosa vorrà dire.

I personaggi e le atmosfere di Alan Ford però potrebbero continuare dato che Luciano Secchi ha annunciato che proprio dalle ceneri del ciclo di Alan Ford nascerà “Petra”, una nuova serie tutta al femminile. Sono un po’ perplesso di fronte a un’iniziativa editoriale di questo tipo, ma stiamo un po’ a vedere cosa succederà.