These are the children who built Victorian Britain. Da un documentario della BBC, l’atroce dramma dello sfruttamento minorile durante la Prima Rivoluzione Industriale. Che si collegga alle ingiustizie d’oggi
Immagini di bambini ridotti alla fame sono dovunque, una dopo l’altra in tetri spot televisivi per salvarli. Invia un SMS, chiama il numero in sovrappensione, adotta un orfano a distanza… da decenni, ormai, pubblicità di organizzazioni “paladine dell’umanità” invitano a compiere piccoli gesti, come le donazioni, per salvare quelle povere anime in luoghi sperduti del mondo. Che poi se i soldi arrivino a chi veramente ne ha bisogno o spariscano è un altro discorso.
Ma quelle foto sono così agghiaccianti e familiari… Sarà che le abbiamo viste così tante milioni di volte che ci abbiamo fatto l’abitudine. Ma non è per quello, non solo almeno. Perché basta aprire un qualsiasi libro di storia, nei capitoli sulla Prima Rivoluzione Industriale, per capire la familiarità di quei volti sporchi, provati dalla fame e dalle lunghe ore di lavoro che si vedono oggi in TV: sono gli stessi. Cambia solo il continente.
Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’ ‘800, infatti, le città inglesi che vissero i radicali mutamenti della scoperta di nuove tecnologie, quali la macchina a vapore, furono colpiti da una delle piaghe più cruente della storia occidentale: lo sfruttamento del lavoro minorile in dosi che definirle massicce sarebbe usare un eufemismo.
Milioni di famiglie emigrarono dalle campagne verso le città, pronte a diventare operai delle neonate fabbriche, e su questo sfondo saranno i bambini le vittime più colpite.
Un documentario che si occupa molto bene del tema è These are the childreen who built Victoria Britain, prodotto dalla BBC e condotto dalla professoressa Jane Humphries, docente di Storia dell’economia all’Università di Oxford nonché saggista molto attiva sul ruolo lavorativo dei bambini e donne.
Lo si trova facilmente su YouTube, completamente in inglese e le immagini sono abbastanza eloquenti. Come il dato citato all’inizio: nel 1820, la popolazione nel Regno Unito era composta per il 40% da ragazzi di 15 anni. E si iniziava a lavorare già da molto prima.
Andato in onda pochi anni fa sulla rete TV BBC Four, il documentario di circa un’ora esplora a 360° la crudele e agghiacciante realtà patita dai giovani operai dell’epoca.
Entrando in una fabbrica tessile con gli stessi macchinari della Prima Rivoluzione, la Humphries racconta le condizioni di lavoro disumane: i bambini stavano giornate intere sul telaio, a piedi scalzi in mezzo agli aghi e con il rischio continuo di rimanervi impigliati con i capelli e morire.
Come racconta la professoressa di Storia sociale ed economica all’Università di Leeds, Katrina Honeyman, le macchine erano create per essere usate apposta da bambini piccoli!
All’interno delle stesse fabbriche, poi, nelle soffitte si trovavano la punish room, dove i bambini che non lavoravano correttamente venivano rinchiusi, patendo la fame. Era praticamente un inferno, dove le giovani mano d’opere rischiavano la vita ogni giorno per poche monete per pagarsi il pane.
Ma nel “mito” dell’Era Vittoriana c’erano anche i celebri spazzacamini, diventati famosissimi con il film Disney “Mary Poppins”. E non erano sicuramente sorridenti e allegri come nella vecchia pellicola hollywoodiana. Nei camini di Londra, Liverpool, Manchester hanno trovato una triste fine tantissimi bambini, incastrati nelle strettissime canne che spiccano nello skyline di quelle città.
Il carbone, le ceneri, la polvere che cadeva nei polmoni degli spazzacamini determinava la morte di altrettanti, nell’indifferenza generale di un progresso a pieno regime.
Se poi oggi pensiamo che i bambini soldato, crimine contro l’umanità perpetrato in varie zone dell’Africa, sono esclusive malate dei giorni nostri…beh, non proprio. Perché sulle navi della marina inglese dell’epoca trovarono posto anche ragazzini di dodici, tredici, quattordici anni che combatterono sui mari di mezzo mondo.
Vestiti da marinai, salparono su vascelli pronti a combattere contro le flotte straniere, tra cui quella francese di Napoleone. I tutto a carico di sua Maestà, la regina Vittoria, of course!
Utlizzando immagini animate, tipiche dei cartoon tanto cari ai bambini di oggi, il documentario ripercorre con enfasi il dramma dello sfruttamento minorile nell’Inghilterra industrializzata. Ci sono i nomi di anime che nessuno ricorderà mai, i loro ricordi attraverso lettere e ricostruzioni.
Sono persone troppo poco importanti per la storia, diventando carne da macello con cui l’Occidente intero ha sviluppato le proprie fabbriche. Su di loro un impero è stato costruito, dando vita a un incubo che ancora oggi tormenta la vita di miliardi di bambini. In tutto il mondo.