Crisis, la nuova serie della NBC, vede i servizi segreti e l’FBI alle prese con il rapimento di una scolaresca. Fra gli studenti però c’è il figlio del presidente degli Stati Uniti.

Crisis, la recensione

Crisis, la nuova serie dell’NBC, è incentrata su un rapimento. Ma non un rapimento “normale”: il rapimento di una intera scolaresca in gita. Ma non una scolaresca “normale”: un gruppo di ragazzi che sono i figli dell’élite della città, dei più ricchi e potenti di Washington. Figli di ambasciatori, di consoli, di pezzi grossi dell’industria, e perfino del presidente degli Stati Uniti.

La domanda che pone il rapitore ai genitori dei ragazzi rapiti è la seguente: cosa sei disposto a fare per salvare la vita di tuo figlio?

Trattandosi di persone molto potenti la risposta può compromettere la sicurezza nazionale.

Questo è l’incipit di Crisis, una serie in 13 puntate che è stata già cancellata, dati gli ascolti non entusiasmanti. C’è da strapparsi i capelli per questo? No, non direi.

Crisis è una serie godibile, che si guarda volentieri, con ripetuti colpi di scena, eppure è una serie tv in ritardo di almeno 5 anni, che compie scelte narrative banali e rassicuranti. Un paragone per esempio con House Of Cards, che è la tv del futuro, fa uscire Crisis con tutte le ossa rotte.

Crisis la recensione

Si potrebbe paragonare a The Following, ma i protagonisti non hanno il fascino trash di Kevin Bacon e James Purefoy, e rimangono piatti e banali.

Nel cast, l’unico volto che spicca è quello di Gillian Anderson, la Dana Scully di X-files, ormai composta per il 97% di plastica e cerone e il restante in materiale biodegradabile (per non far arrabbiare gli ambientalisti), tant’è che all’inizio pensavo che per motivi di costo l’avessero sostituita con una statua di cera di madame Trussauds.

Per il resto c’è la biondina carina protagonista tormentata, il tizio di colore integerrimo, il cattivo che però non è cattivo per colpa sua ma perché ce l’hanno fatto diventare, e un’altra serie di personaggi noiosi, dal bambino ciccione al ragazzo con i problemi di droga alla tipa con la ritenzione idrica, al figlio del presidente che deve per contratto fare l’eroe fino alla belloccia che si fa il professore. Senza contare che come in ogni telefilm ambientato nelle scuole, gli studenti sembrano tutti avere quarant’anni.

La regia è piatta, i colpi di scena troppi e artefatti, è una narrazione svogliata che mi fa chiudere questa recensione con il minimo sindacale di battute.

Consigliato: a chi si addormenta facilmente davanti alla tv, così può dormire tranquillo senza paura di perdersi un capolavoro.

Guarda il trailer ufficiale della serie su Youtube.