Il giorno degli orchi, la recensione di Federica Belleri del romanzo di Divier Nelli pubblicato da Guanda.

Il gioco degli orchi, copertinaTitolo: Il giorno degli orchi
Autore: Divier Nelli
Editore: Guanda
PP: 176

Le colline del Chianti nascondono i desideri di Aurora. Bellissima liceale che sogna una vita diversa, comodità e tecnologia avanzata. Ragazza che vive in una famiglia tirchia, attenta al centesimo e ossessionata dalle offerte nei supermercati.

I suoi amici sono insignificanti e tenuti sotto scacco dalla sua fisicità. Basta un sorriso ben calibrato e uno sguardo ambiguo per farli sciogliere. Aurora impara a usare le persone, insegnanti compresi. Aurora matura la sua “leggerezza” e acquista consapevolezza della sua malvagità. 

Dalle canne alla chat è un attimo. Pochi giorni per iniziare un percorso fatto di emoticon, frasi a doppio senso e foto false. Pochi istanti per ritrovarsi risucchiata in un vortice maledetto. A seguire ricatti, minacce, inganni. Illusioni virtuali per sfogare rabbia e frustrazioni. E poi l’ebrezza della vittoria, il brivido dato dal pericolo, l’adrenalina di chi detiene il potere…

Ma c’è un Orco in agguato che la spia, la osserva, conosce tutto di lei. Un Orco che la considera una bambina cattiva e che sta per andare a prenderla. Aurora precipita, ha paura, è insicura e passa dall’arroganza al puro terrore in pochi mesi. È in trappola: con la famiglia, con il luogo in cui vive, con i suoi coetanei. Non si fida più, si guarda alle spalle, è dimagrita.

Il giorno degli Orchi è un giorno qualunque, dove il cielo è grigio e l’aria si fa irrespirabile. È l’angoscia provata dopo un atto sconsiderato, la superficialità di un gioco dalle conseguenze orribili. È un modo per sopravvivere alla noia. Nessuna presa di coscienza, data la giovane età di Aurora e dei suoi amici.

Uno spaccato di un’età difficile e controversa, dove si appare e si cerca di ottenere tutto con il minimo sforzo. Una denuncia rispetto ai frequentatori malati di chat particolari, uno schiaffo che riporta attenzione sui pericoli del mondo virtuale.

Romanzo da divorare in poche ore, come l’Orco, che ha scelto la sua vittima. Scrittura scorrevole, discorsiva, precisa. Cruda quanto basta, senza scorciatoie. Assolutamente consigliato.