La Mandiguerre, il periodico dell’unione sacra Terrestre contro la minaccia Mandis
Certo, parlare di un grande disegnatore e amico è sempre complesso. Non si dovrebbe mai fare. Purtroppo per natura sono politically incorrect e vi tedierò con l’opera di Morvan/Tamiazzo.
La Mandiguerre è, a mio modesto parere, una di quelle opere illuminate che precorrono le mode e diventano cult, restando pilastri per i posteri. A nominare steampunk nel 2001 erano in pochi, veramente pochi, eppure il duo italo-francese dà alle stampe questa graphic novel fantascientifica dal sapore retrò e dallo stile manga.
Un manga-steampunk che unisce la potenza visiva, dal tratto spiccatamente Miyazakiano di Stefano Tamiazzo, alla sceneggiatura irreprensibile di Jean-David Morvan un po’ melò un po’ grandeur.
Presentare Morvan è semplice, chi conosce Nomad, HK o Sillage lo ama già, per tutti i restanti questa band dessinée sarà una rivelazione di sensibilità e dramma che solo un europeo può trasmettere.
Rappresentare la prima guerra mondiale, perché in fondo di questo si tratta, con tutte le sue tragedie umane e politiche, trasmettendo un vago senso di “speranze finite”, con personaggi fieri e storicamente attuali catapultati in un futuro di mostri alieni, non è da tutti.
Non è da tutti mantenere credibilità dei personaggi come Cousance o Dosnon, descrivere il cameratismo cinico in cui si trova perso Tillois e sopratutto combinare guerre di trincea con astronavi. Amore, guerra e speranza in un’epica fastosa, mai fastidiosa, assolutamente calata nella storia del 900. Morvan si spinge oltre, non racconta solo la storia ma la ri-racconta con l’inserimento di un finto periodico, La Mandiguerre appunto.
Il piatto forte però è il visual di questi quattro volumi editi da Guy Delcourt (in Italia BD Edizioni), Tamiazzo regala tavole di raro pregio e continuità. Dal primo all’ultimo c’è coerenza, anche se ai colori si alternano varie figure, di tratto e inchiostri.
Come dicevo, qui il tributo a Miyazaki si vede ma non parliamo di plagio, solo di stilema inteso come valore artistico aggiunto, vero motore propulsivo dell’artista. La sceneggiatura viene infatti ricamata con dovizia di particolari visivi in tutte le scene, quasi fosse un Moebius nella miglior forma. Si denota lo studio minuzioso di preparazione fatta sul campo, indispensabile per confezionare design di vestiti, suppellettili e ricostruzioni ambientali. I padovani troveranno la piccola chicca del cinema Trefolies.
Se i particolari sono parte fondamentale del tratto di Tamiazzo non sono da meno le scene vere e proprie, costruite con assoluta plasticità, dense di azione e di una costruzione molto cinematografica.
I volumi scandiscono i passaggi fondamentali della storia, I Vapori del vuoto mette le carte in tavola con personaggi (la guerra è un personaggio), Un caso di forza maggiore denuda le personalità divergenti dei tre principali protagonisti, Il rovescio della medaglia racconta come maturità e disillusione sono parte di uno stesso percorso travagliato dalla perfidia disumana della guerra, Nel nome del padre è un atto d’amore verso quello che siamo e saremo nella speranza di futuri migliori.
Non lasciatevi sfuggire quest’opera, andate nella vostra fumetteria di fiducia e ordinatela, scoprirete che i malvagi alieni Mandis non sono poi così cattivi e nemmeno tanto alieni. Per il duo Morvan/Tamiazzo i veri alieni siamo noi con le nostre paure.
Per finire, devo constatare l’ottima edizione sia dal punto di vista editoriale, lettering, balloon e didascalie, che la rilegatura a filo refe con copertina cartonata rigida è veramente di pregio.