L’articolo di Sergio Frigo sul Gazzettino del 29 giugno 2010

Ciao barbabietole,

il giorno dopo la sbornia mondiale per la Furie Rosse torniamo più determinati che mai. Questa settimana infatti abbiamo deciso di inserirci all’interno di una polemica lanciata dallo scrittore Emanuele Tonon sulle pagine del Gazzettino (qui a lato trovate l’immagine dell’articolo) e ripresa poi da Massimiliano Santarossa su Affari Italiani.

Secondo i due autori nordestini infatti qui dalle nostre parti i “giovani” scrittori non parlano di fabbrica anzi, non parlano addirittura della realtà sociale che caratterizza il nostro territorio.

Noi di Sugarpulp quando leggiamo certe cose non riusciamo proprio a stare zitti: ecco dunque la risposta all’intervento di Massimiliano Santarossa pubblicata da Matteo Righetto su Facebook, risposta che ha fatto nascere subito una vivissima discussione (trovate tutto qui).

“Caro Massimiliano,

A proposito della tua invitante provocazione e dell’articolo pubblicato sul Gazzettino qualche giorno fa a firma di Frigo, mi permetto di fare alcune brevissime e personali considerazioni che – sia chiaro fin d’ora – non intendo muovere con intento polemico, bensì al contrario con il desiderio appassionato di intavolare un piacevole e interessante confronto di idee.

La locandina del Mattino di Padova dedicata alle polemiche nate dopo la pubblicazione di Savana Padana

“La fabbrica”, anche metaforicamente intesa, a mio modo di vedere non esiste più da un bel pezzo e appartiene oramai più ad un romantico immaginario collettivo del passato, che alla odierna realtà sociale. Tale realtà poi, tu lo sai bene, è oggigiorno più liquida e mutevole che mai, così come deve necessariamente esserlo una Letteratura che intenda raccontarla, pena un inevitabile e imbarazzante anacronismo autoreferenziale.

E’ pertanto ora, riprendendo una tua frase, che i VECCHI scrittori del nordest ne prendano atto e la smettano di scrivere storie farcite soprattutto di un solipsismo novecentesco che ruota attorno all’ombelico dei loro stessi autori. Poiché sono proprio loro, anche tra i nomi che tu citi come riferimenti, quelli che non riescono più a leggere la realtà (se mai ne sono stati capaci).

E per concludere permettimi di dire che il movimento Sugarpulp e i giovani autori nordestini che vi afferiscono (alcuni li conosci bene) qualcosa di nuovo e originale lo stanno proponendo eccome, così come stanno proponendo una nuova e – paradossalmente – “realistica” lettura del tessuto sociale che caratterizza la nostra terra.

Perché qualunque racconto di Sugarpulp – ancorché apparentemente iperbolico, eccessivo, grottesco-  riesce a raccontare la realtà molto meglio di quanto non facciano i racconti di alcuni autori che finiscono sempre sui giornali per pontificare di Letteratura a Nordest, salvo poi risultare stucchevolmente avulsi dal mondo che li circonda.

Con infinita stima,

Matteo”.

Matteo Righetto e Matteo Strukul