Strip Bar e Wrestling tra nani: solo a Las Vegas. Ovvero tutte le follie della città degli eccessi. Continua il viaggio di Giacomo Brunoro tra California e Nevada.

Come detto nei precedenti post Las Vegas è la capitale mondiale del divertimento per adulti, il che significa che non possono assolutamente mancare una serie di componenti fondamentali, ovvero il sesso e l’alcool, due pietre miliari del concetto moderno di divertimento.

L’aspetto curioso è che se per quanto riguarda l’acool a Vegas non esistono limiti, nel senso che potete farvi un drink a qualsiasi ora del giorno e della notte, tanto è tutto aperto h24, per il sesso invece le cose sono molto diverse. Nella Contea di Clark infatti la prostituzione è ufficialmente proibita e di conseguenza vige la regola aurea del guardare ma non toccare. Ecco allora che spopolano gli strip bar in cui l’americano medio spende centinaia di dollari per ubriacarsi guardando ragazze più o meno sexy che ballano sul classico palo.

L’aspetto interessante però è che questo tipo di divertimento è assolutamente bipartisan, dato che quasi tutti gli strip bar non solo sono pieni di clienti donne, ma hanno anche un servizio di strippers maschi. Parità dei sexy garantita e tutti contenti. Per rendere il tutto più attrattivo entra in gioco la componente freak, elemento sempre più indispensabile per attirare l’attenzione del pubblico moderno orami annoiato a tutto. Ed è qui che entra in gioco il Midget Wrestling, ovvero gli incontri di Wrestling tra nani.

Happy hour al Larry Flynt’s Hustler Club

Arrivando a Vegas abbiamo visto un enorme cartellone pubblicitario lungo l’autostrada che reclamizzava un incontro di wrestling tra nani al Larry Flynt’s Hustler Club (credo di non dovervi spiegare chi sia Larry Flint, nel caso non lo sappiate seguite questo link). Risolto il problema di cosa fare in serata (alla faccia di chi dice che oggi serve solo la pubblicità online…).

Arriviamo al locale verso le 9.30, abbastanza presto per gli standard locali, ma vediamo che c’è già molta gente. Il motivo è presto detto: happy hour. Due dollari per un cocktail non sono niente male, soprattutto se si considera che più tardi costerà 18. Il Larry Flynt’s Hustler Club è strutturato in maniera molto semplice: piano terra stippres donne, secondo piano bar e stanze per chi vuole regalarsi un ballo “privato” con le ragazze (800 dollari l’ora), terzo piano area donne con strippers uomini. Manco a dirlo il terzo piano è già strapieno con una valanga di donne urlanti di fronte ad una serie di ballerini vestiti da pompieri (un grande classico).

Ce ne torniamo al piano terra in attesa che inizino gli incontri e piano piano il locale si riempie, con il pubblico Usa che lancia centinaia di dollari alle ragazze che ballano. Personalmente sono rimasto colpito dall’abilità ginnica di alcune delle ballerine ma, da un punto di vista della sensualità della cosa, guardarle ballare mi ha fatto la stessa impressione che guardare uno scaldabagno. Eppure gli americani sembrano impazzire per questo tipo di divertimento, con centinaia e centinaia di banconote da 1 dollaro che volavano da tutte le parti. Contenti loro, contenti tutti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare il pubblico è comunque eterogeneo, sono davvero tante le coppie che scelgono di passare una serata in un locale del genere. Non capisco ma mi adeguo.

Midget Wrestling, inizia lo show

Verso le 11 parte anche il tanto atteso Midget Wrestling, con le ballerine incazzate nere perché a sentire loro la maggior parte dei clienti sono lì per i nani e una volta che parte il wrestling loro smettono di lavorare. Sì perché oltre ai balletti sul palo nel palo per 20 dollari le ragazze fanno anche un balletto singolo al cliente. In pratica per un paio di minuti gli mostrano le zinne e le chiappe (ricordate la regola aurea di sopra: guardare ma non toccare). Anche qui erotismo e sensualità pari ad un tombino di cemento eppure neanche sto a dirvi come gli americani impazziscano per ‘sti balletti. Continuo a non capire.

Fatto sta che alla fine parte il wrestling tra nani e ci godiamo uno show davvero niente male. Anche perché a questo punto il 90% degli avventori è ubriaco marcio e c’è un tifo da stadio per i vari nani che si alternano sul ring, dimostrando peraltro doti tecnico-atletiche non da poco. C’è poco da fare, il freak tira di brutto e del resto gente come Croneberg o Lynch ci aveva visto lungo. E quindi più wrestling tra nani per tutti.

Sempre parlando di freak sarebbe da aprire un capitolo sul concetto di eleganza per l’americano medio, gente che si presenta in un locale notturno in infradito, bragozzi larghi e corti e maglietta XXXL (o canotta), ma penso che qui più che di freak si dovrebbe parlare di horror. Continuo a non capire.

Finito lo show, più o meno all’una e qualcosa, ce ne andiamo e scopriamo che all’uscita c’è una coda chilometrica di gente che fuoriesce senza sosta da limousine di ogni tipo, van… tonnellate di uomini (quasi tutti in un palese stato di alterazione a causa dell’alcool) che sono lì per dilapidare i loro soldi felici e contenti. Per non parlare dei pulmini che scaraventano quintali di amiche (anche loro in stato di palese alterazione alcoolica) che si preparano a festeggiare compleanni ed addii al nubilato vari. Continuo a non capire ma alla fine va bene così. Nella vita non è importante capire tutto.

Saliamo sul nostro taxi e ce ne andiamo in hotel a fare un paio di giri di slot prima di andare definitivamente a letto confusi e felici, come cantava la qualche anno fa Carmen Consoli.

Che volete che vi dica, non ci ho capito un cazzo ma è stata comunque una serata divertente. Un’esperienza da provare per una serata very Sugarpulp, anche perché ho avuto la conferma che negli Usa esistono davvero le confezioni di cerini personalizzate che abbiamo visto in tanti film. Ogni tanto nella vita bisogna anche accontentarsi.