Syfy ci riprova con Defiance e cerca di bissare Battlestar Galactica, per ora solo nelle intenzioni.

Se siete dei veri appassionati di fantascienza, del piccolo schermo s’intende, non vi sarete persi per nessun motivo Battlestar Galactica, ecco Defiance ne prende una serie di spunti a livello di plot, musiche e tempistiche, tentando di ripetere il colpaccio ben assestato di qualche anno fa.

Defiance

Dico subito che per ora non ci riesce, proprio perché il format è già visto e soprattutto non c’è la mano “santa” di Glen Larson (Battlestar GalacticaKnight rider, Manimal, Automan, Buck Rogers, Magnum P.I.). Universal, che guarda caso è la produttrice delle serie sopracitate, delega al talentuoso scrittore e produttore Rockne S. O’Bannon, famoso per Farscape e V, il progetto Defiance per farne un media franchise.

Certo la storia che si vuole raccontare in Defiance è di quelle toste, questa volta non c’entrano l’Antico Testamento o navi spaziali verso mondi lontani, infatti decisamente innovativa è l’idea di creare una Terra post-apocalittica già multi-aliena, definitivamente modificata nella sua conformazione fisica ma non nella memoria storica. Proprio per questo un plot narrativo e visuale complicatissimo da mettere un scena, tant’è che la CG viene usata molto e purtroppo con risultati dubbi.

Defiance

Per contenere i costi di produzione si fa ricorso alla classica ambientazione tutta interni e cava abbandonata, purtroppo fin troppo evidente che sia sempre la stessa, lavorando su infiniti “primissimi piani” dei bellocci attori… pure i “piani americani” sono scarsi. Come dicevo, i “campi lunghi” sono troppo spartani per una produzione che dovrebbe essere il top del momento.

Tant’è che la vera novità di Defiance risiede nell’uscita contemporanea di serie televisiva e gioco, un RPG ambientato nello stesso futuro post-apocalittico. Ecco hanno messo la stessa grafica del gioco nella serie TV, regna un po’ di tristezza.

Ma la storia perlomeno funziona?

Troppo presto per dirlo, qui spero nel colpo di scena. Ingredienti per un lungo percorso ci sono tutti, sopratutto nei personaggi principali, Nolan l’avventuriero/soldato/risoluto sceriffo dal passato bounty killer (Grant Bowler), Irisa (Stephanie Leonidas) la ragazza aliena Irathient tormentata e violenta figlioccia del primo, la bionda e bellissima Amanda (Julie Benz) sindaco della città che flirta con Nolan, Kenya (Mia Kirshne) la sorella di Amanda a capo del bordello/bar che flirta con Nolan (ops!), Datak e Stahma Tarr perfidi alieni di razza Castithan (Tony Curran, Jaime Murray) che vogliono dominare la cittò e il burbero Rafe (Graham Greene) proprietario della miniera asservita a Defiance.

Come dicevo all’inizio il vero problema sono i tempi, troppo lunghi, troppo riflessivi e smaccatamente privi di accelerazioni degne di nota. Infatti tutti i personaggi elencati si muovono imbalsamati da una regia troppo classica e prudente, per ora senza vera suspense. I fan dell’esodo spaziale (Battlestar Galactica) capiranno che il modello narrativo, a loro caro, non può essere applicato con soddisfazione in trame prive “dell’atto religioso” (messaggio riservato ai veri cultori della serie).

Defiance

Confido nelle mille sfaccettature che ancora la storia potrà regalarci in futuro, il mondo alieno Votan è virtualmente foriero di una grande saga. Sette sono le razze arrivate sulla terra come i già citati Castithans, i Gulanee, gli Indogenes, i Irathients, i Liberata, i Sensoths ed in fine i temibili Volge, se gli sceneggiatori avranno il giusto budget potrebbe rivelarsi un serial duraturo.

Ma alla fine cos’è Defiance? Presto detto, semplicemente il nome della nuova Saint Louis sempre caratterizzata dal suo inconfondibile Gateway Arch. Questo rimane a visibile monito di un tempo passato che non tornerà più, ripartendo però dal soprannome di questa grande opera “Gateway to the West” si lascia intravedere un nuovo mondo possibile.

Consiglio una visione ai soli appassionati di fantascienza e Caprica, astenersi perditempo e fan di Battlestar Galactica.

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