Il prezzo della vergogna è un romanzo corale, con un gran numero di personaggi, tutti splendidamente caratterizzati e una trama nient’affatto prevedibile.

Il prezzo della vergogna

Titolo: Il prezzo della vergogna (trad. di Luca Conti)
Autore: James Lee Burke
PP: :492
Editore: Fanucci
Prezzo: 18,50 euro

Nuovo romanzo per il ciclo dedicato da James Lee Burke al detective Dave Robicheaux aka Streak. “Il prezzo della vergogna” è la seconda opera del maestro del Sud degli Sates pubblicato per i colori di Fanucci dopo il passaggio di consegne alla casa romana da parte della patavina Meridiano Zero.

Va detto anzitutto che questo romanzo segna una serie di prime volte. La prima volta di Robicheaux e Purcell in Montana ad esempio, dunque lontani da New Iberia, Louisiana, e anche la prima volta che Luca Conti si misura con il Burke del ciclo dedicato a Robicheaux. Due novità che non guastano affatto, anzi.

La traduzione di Conti rende oltremodo giustizia al testo, caratterizzato da una prosa tersa, fluida, ricca quanto efficace. Il passaggio dalla Louisiana al Montana cambia il paesaggio, la cornice, ma non il ruolo della natura e del territorio nel romanzo – ancora una volta, come sempre nella letteratura di Burke – autentici protagonisti della storia.

E poi, altra novità, per la prima volta il romanzo è quasi completamente incentrato sulla figura di Clete Purcell. E tutto questo, a dirla fino in fondo, segna una nuova giovinezza, per una serie ormai arrivata al diciassettesimo episodio.

Certo, ci sono sempre i personaggi, le dinamiche, i meccanismi che hanno reso la saga del detective del bayou una fra le più riuscite e affascinanti dell’intero panorama dell’hard boiled americano.

Ma gli aspetti appena segnalati, oltre a dare una bella freschezza alle pagine, aprono anche stuzzicanti opportunità narrative e prospettive nuove. L’analisi del personaggio di Clete, ad esempio, è fra le più complesse, toccanti e profonde degli ultimi dieci anni di crime statunitense.

Le descrizioni dell’ambiente, sempre liriche e abbacinanti negli spicchi di ruscello che tornano spesso in questo volume, non solo lasciano a bocca aperta ma disegnano un ideale paradiso terrestre che rende attraverso la carta i colori e le scaglie di luce che avevano soggiogato tutti gli estimatori del film di Robert Redford In mezzo scorre il fiume.

Una serie di magie insomma, ad opera di uno scrittore mai così in forma in tempi recenti.

Un romanzo corale, con un gran numero di personaggi, tutti splendidamente caratterizzati, una trama nient’affatto prevedibile e il consueto ritmo maestoso, epico di un narratore straordinario.

Ed allora la storia vede Dave, con la moglie Mary, e Clete in vacanza in Montana. Ma mentre quest’ultimo è a pesca si ritrova marcato stretto da un paio di sgherri di una famiglia di petrolieri texani, i Wellstone, per aver sconfinato nel territorio di loro proprietà.

Contemporaneamente, una coppia di studenti finisce massacrata sulle colline sopra la città di Missoula e un galeotto fuggito da un carcere sulle Van Horn Mountains in Texas evade e si rifugia dopo una fuga rocambolesca presso la casa dell’ospite amico di Clete e Dave.

Inutile dire che Jimmy Dale Greenwood, l’evaso, è inseguito a distanza da Troyce Nix guardia carceraria omosessuale e violenta che è stato da lui pestato a morte e, sempe Greenwood, ha un passato da chitarrista country-blues le cui radici si saldano a quelle della storia dei Wellstone.

Un romanzo formidabile dunque, con un intreccio tanto complesso quanto avvincente, che incrocia almeno quattro grandi storie fra loro, andando un po’ alla volta ad annodare i fili di fatti e tragedie apparentemente indipendenti e slegati che arrivano via via a formare un nodo gordiano che Dave e Clete dovranno a tutti i costi sciogliere se vorranno restare in piedi fino alla fine.

Fra predicatori senza scrupoli, lesboagenti del Federal Bureau of Investigation, cantanti country, pazzi maniaci pronti a bruciare le proprie vittime, tirapiedi da quattro soldi e secondini sanguinari, si consuma un appassionante, vivido, coraggioso affresco in noir.

E ricordate: qui il noir viene usato come colore per descrivere le tinte della storia perché mai come per Burke vale il concetto per cui la sua è letteratura d’alto lignaggio: da mettere a fianco a Steinbeck, Caldwell, Faulkner, Hemingway.