Il ricatto del silenzio di Julia Crouch, la recensione di Federica Belleri per Sugarpulp Magazine.

Il ricatto del silenzio, la recensioneTitolo: Il ricatto del silenzio
Autore: Julia Crouch
Editore: Garzanti
PP: 407
Prezzo: 8,99 euro

Lara, Marcus, Olly, Bella e Jack. Hanno lasciato Brighton per sei settimane, diretti a Trout Island, nella regione a nord dello stato di New York.

Marcus è un attore teatrale e gli è stata affidata una parte in Macbeth. Lara ha abortito da poco, non ha molti spazi e ha rinunciato alla carriera per seguire i figli. È annoiata, le serve ossigeno, il suo matrimonio galleggia sull’abitudine, sull’ovvio.

Il suo corpo si è trasformato dopo la gravidanza di Jack e non si piace; Marcus non fa nulla per incoraggiarla, lui pensa solo a studiare e ripassare il copione infinite volte.

Olly e Bella hanno sedici anni e sono gemelli. Fra loro c’è uno sconcertante legame. Il piccolo Jack ha solo quattro anni ma è un bambino attento e vivace.

Trout Island sembra un set cinematografico abbandonato, polveroso e afoso. Tutto è stantio e desolato. Eppure si ha la sensazione di essere osservati.

La casa che hanno assegnato loro, rispecchia perfettamente lo stile del paese. Soffoca, è poco illuminata e porta in superficie qualcosa di macabro e inaspettato.

I gemelli scoprono cosa significa amare e odiare, cosa vuol dire arrabbiarsi e tacere. Il piccolo Jack si deve invece adattare a non avere punti di riferimento stabili. Strani eventi turbano l’estate rovente di questa famiglia.

è inquietante, ogni piccola stranezza viene tenuta a distanza con sospetto. Gli alcolici e il fumo sono banditi. All’interno di questa cornice si ritrova il passato, l’incompiuto e il sospeso, carico di troppi “se”. Riaffiorano sentimenti perduti.

Dove sono gli errori? Cosa non torna? Perché aleggia l’insicurezza e la paura? Perché c’è ansia tutto attorno?

Perché il male è in agguato, intrappola e sconcerta. Perché è in grado di renderci vulnerabili e di possederci. Spalanca la porta ai nostri errori e a chi rivendica diritti che non gli appartengono.

Ci pone di fronte alla morte, ci fa perdere lucidità e forza per combattere. Ci rinchiude in una fortezza, nel nome dell’amore.

Le pagine scorrono, in una tensione crescente. Trout Island si rivela essere una cittadina dove non si lotta, dove si tace dopo un sopruso, dove si conosce tutto di tutti. Fino a non poterne più…

Il male sostiene il ritmo e lascia in eredità un fardello pesante. Il disagio e l’orrore chiudono il cerchio e tutto trova la giusta collocazione. Niente è come sembra.

Thriller psicologico decisamente consigliato. Buona lettura.