Ore 4.00

Fermi nel cortile principale del cimitero, i tre si squadrano indecisi nella nebbia fitta. La Guardia tiene sotto tiro entrambi con la Beretta sorridendo malignamente. Si è fatto raccontare tutto. La lettera, la chiave, il tesoretto dei Galli.

“E così ti sei mangiata la chiave, Bionda. Bella mossa.”
“Non mi chiamare Bionda. Ho un nome io” risponde la donna.
Tazio osserva i due senza dire niente. Sa che non può rinunciare ai soldi ma sa anche che se la sta facendo sotto. La Bionda, dal canto suo non sembra per nulla intimidita, anzi.

“Dico quello che ho detto a lui. Se vuoi la tua chiave devi aspettare che ritrovi la mia naturale regolarità oppure mi sventri. Fai tu”.
La Guardia ride. “Non so se voi due e Galli siete imbecilli o cosa. Le valigette le posso aprire anche senza”.
“C’è un m-meccanismo.” Spiega Tazio, balbettando. “Se le forzi esce un liquido che sporca tutti gli schei”.
“Ma che bravo mister Galli” dice la Guardia, fissando Tazio. Non si è accorto che, alla sua destra, la Bionda si sta muovendo verso di lui, complice la nebbia. Tazio, invece, se n’è accorto eccome. Brava, Bionda, non so cosa vuoi fare ma fallo in fretta.
“Però se vuoi possiamo trovare un accordo, noi tre.” Dice el Paron alla Guardia. L’unica arma a sua disposizione, visto che la sua pistola è rimasta nella cripta dei Galli, è la parlantina. La stessa che sfoggiava agli esami di economia, chissà quanti secoli fa, prima che le cose andassero a puttane.

“E che genere di accordo vuoi fa…” la Guardia si irrigidisce, la pistola gli cade dalla mano e dopo poco cade anche lui, fulminato dal Taser della Bionda.
Tazio la guarda. E’ bella, sì. E forte. E c’è qualcosa di selvaggio nei suoi occhi azzurri. Nessuna sorpresa che Galli l’abbia amata.

“Adesso immagino che mi vorrai riservare lo stesso trattamento” presume el Paron.
“Guarda che io non sono come voi squali” dice la Bionda ed estrae qualcosa dalla tasca: la chiave. “E non sono neanche così stupida.”
Tazio sgrana gli occhi. Prende automaticamente il pacchetto di Toscanelli all’anice dalla tasca e se ne porta uno in bocca. La Bionda, tenendo sempre ben saldo il Taser, gli si avvicina e gli dà da accendere.

“Te sarai anche un genio della contabilità ma sei caduto in un trucco vecchio come il mondo”.
Tazio non replica. Tira qualche boccata di sigaro e poi ne offre uno alla Bionda. Lei accetta.
“Andiamo ad aprire le uova di pasqua?” chiede la Bionda.

Se prendi la cartina dell’Italia ora, non saprei indicarti bene dove si trova il cimitero in cui la Bionda e il Paron stanno aprendo le valigette. So solo che il sole sta sorgendo laggiù, verso Venezia.

Nella nebbia si spande un lucore azzurrognolo e i contorni delle cose diventano più nitidi. E so anche un’altra cosa: so perché i due ora siedono a terra sbalorditi, dopo aver aperto le valigette.

Marco Galli non era certo un bugiardo: i dieci miliardi ci sono.
Ma sono dieci miliardi di lire.