L’anno del fuoco segreto. Lo sconcertante italico, la recensione di Maila Cavaliere dell’antologia curata da Edoardo Rialti e Dario Valentini.
L’anno del fuoco segreto. Lo sconcertante italico è un’antologia curata da Edoardo Rialti e Dario Valentini, uscita per Bompiani il 17 maggio. L’originale volume si configura come bacino di raccolta dei contributi di 20 autori per scrivere di letteratura e confini.
Il sottotitolo, lo sconcertante italico, in un certo senso, la traduzione italiana dell’espressione new weird, rimanda proprio al dibattito sul genere letterario, nato come costola del fantastico e sempre in divenire.
Quali sono i confini più estremi della letteratura? È possibile individuarli e ampliarli o la codifica puntuale di tratti e caratteristiche comuni quali visioni, sogni inquietanti, ossessioni e finestre sull’abisso rischia di incasellare e imbracare in una nuova categoria proprio quel filone che si proponeva di abbattere la frontiera del genere letterario?
Sono questi alcuni degli interrogativi a cui venti scrittori contemporanei, tra cui i due curatori del volume, provano a dare risposte o, almeno, ad alimentare il fuoco del dibattito.
Su Nazione indiana, molti di loro hanno ordito per un anno la tessitura degli scritti ora raccolti ne L’anno del fuoco segreto, arricchito però con racconti inediti, scritti per l’uscita dell’edizione cartacea.
Infinite varianti
“I processi di razionalizzazione individuali e collettivi ci fanno incanalare le infinite varianti, tutte vere, tutte false, in percorsi lineari” avvertono Rialti e Valentini nella prefazione all’opera, ma resta forte e presente la percezione della vita come groviglio,voragine.
Siamo fatti di zone di luce ma è in quelle d’ombra che succedono le cose più interessanti perché il magma del non detto, dell’inconscio, nei nodi irrisolti, dei desideri nascosti e terribili e degli accadimenti inquietanti è il terreno vischioso e scottante sul quale scorre la vita di tutti i giorni. La scrittura di questi testi non ha mai la pretesa di essere consolatoria, semmai feroce, a volte disperata, inconsolabile.
E così, dentro una cornice visionaria, riunita sotto un titolo dalla vaga eco Tolkieniana, si attraversano l’horror, la fiaba, il racconto fantastico, all’interno di un costante e combinato processo di sconfinamento e di overlapping che si fa al tempo stesso poetica e tentativo di sperimentazione.
La logica della classica contrapposizione tra l’io e l’altro, realtà e fantasia, trascolora nella più attuale idea della mutazione. Se i nomi e l’atto del nominare fanno esistere, essi possono diventare anche gabbie.
Allora la scrittura deve porsi anche l’obiettivo della tensione stilistica e narrativa che consenta sì di evocare oggetti, situazioni e persone ma non di definirli univocamente e, con questo atto di supremazia, di consumarli e ucciderli.
La migliore letteratura, sembrano suggerire le questioni poste dagli autori, è sempre perturbante, per dirla con il titolo di un saggio di Freud e Das Unheimliche ( che ne è il titolo originale) torna come un rigurgito di rimosso e disturbante nei processi di scrittura.
Gli autori
I testi presenti nel volume sono di: Andrea Zandomeneghi, Dario Valentini, Vanni Santoni, Luca Ricci, Edoardo Rialti, Roberto Recchioni, Laura Pugno, Andrea Morstabilini, Elena Giorgiana Mirabelli, Gabriele Merlini, Francesca Matteoni, Gregorio Magini, Loredana Lipperini, Claudio Kulesko, Luciano Funetta, Carla Fronteddu, Francesco D’Isa, Viola Di Grado, Giovanni Ceccanti, Andrea Cassini.