La palude dei fuochi erranti, la recensione di Corrado Ravaioli del nuovo romanzo storico di Eraldo Baldini.

- Titolo: La palude dei fuori erranti
- Autore: Eraldo Baldini
- Editore: Rizzoli Libri
- PP: 224
A tre anni di distanza dall’ultimo romanzo, Eraldo Baldini riporta i suoi lettori in territori che ben conoscono, a partire dal suo classico Mal’aria.
Quelle terre sospese, tra paludi e pianure infinite, dove il folklore si scontra con la religione e l’incontro tra magia e superstizione crea leggende. Le stesse che si tramandavano davanti al focolare anni fa.
La storia raccontata ne La palude dei fuochi erranti (Rizzoli) è collocata a Lancimago, località di fantasia già protagonista di un precedente romanzo dell’autore romagnolo.
È il 1630 e nel villaggio, immerso tra campi e acquitrini, gli abitanti vivono con angoscia la diffusione della peste, che ha già raggiunto le comunità vicine.
Durante la preparazione di una fossa comune in vista dell’epidemia, i monaci della locale abbazia scoprono numerosi scheletri, all’apparenza morti in maniera violenta. Mentre ci si interroga sulla vicenda, arriva nel villaggio il commissario apostolico Monsignor Diotallevi, chiamato a gestire i cordoni sanitari per limitare l’epidemia.
I lavori di allestimento sono funestati da eventi inspiegabili: fuochi sospesi, animali scomparsi, untori misteriosi e altri fenomeni, scatenano le più disparate considerazioni.
Diotallevi si incarica dell’indagine, mentre l’uomo di scienza Ferdinando Zecchini, giunto a Lancimago per analizzare i terreni, cercherà di svelare il mistero a modo suo.
Sono eventi naturali? C’è lo zampino del maligno? Potrebbero essere provocati dall’uomo? Nel corso delle indagini la disputa tra fede e ragione viene più volte sollevata e il percorso verso la verità è abilmente disseminato di trabocchetti e false speranze dalla penna di Baldini.
Nessun personaggio è come appare, ognuno nasconde qualcosa. La prosa elegante dell’autore romagnolo trascina il lettore nel fango di una palude che è fisica ma anche psicologica, un mondo affascinante quanto ostile, dominato da soprusi e processi sommari, dove gli unici personaggi positivi sembrano essere quelli di Maddalena o Luigia, donne segnate da traumi passati ma dotate di un rigore morale e una resistenza invidiabili.
Le ricerche dell’autore condotte sulla storia di questo territorio, sfociate in una ricca saggistica, rendono appassionante e accurata la rappresentazione del contesto in cui si muovono i protagonisti.
Siamo di fronte a un gotico rurale, con venature di giallo e la precisione di un romanzo storico. Davvero un ritorno in grande stile per Eraldo Baldini