Se amate i canali HBO e Showtime per le loro serie di qualità, Spartacus è il baluardo della Starz.

La Starz arriva ben ultima nella gara tra network e ha deciso di giocarsela fino in fondo! Per farlo ha sfidato i grandi sul loro terreno di battaglia più consolidato e costoso, i serial TV drama.

Ma non una storia qualsiasi in un luogo qualsiasi, d’altronde se devi rincorrere lo fai al meglio, qui si tratta di quel Spartaco il Trace che percuote l’Impero Romano dalle fondamenta.

Chiaramente non una storia facile, sia perché realmente documentata da Plutarco e Appiano, sia perché Hollywood l’ha già celebrato con il colossal del maestro Stanley Kubrick (ricordo solo tre attori: Kirk Douglas, Laurence Olivier e Peter Ustinov).

Spartacus

Ma ecco il colpo di genio, non un remake, non un’americanata bella e buona, non persegue la storia didascalicamente, ma sbatte contro il puro pulp.

Il pulp si mischia al gore finendo per essere i padroni assoluti della telecamera. Steven S. DeKnight, lo showrunner, che fino ad allora aveva lavorato a serie giovanili per CW (Buffy, Angel e Smallville), cambia rotta dirigendosi a gambe levate verso un delirio di sangue e sesso in costume.

Come essere indifferenti a tanto impatto visivo? Infatti io ne vado matto, una personale droga, eccessiva senza limiti nelle scene di combattimento, dove la produzione sembra aver acquistato ettolitri di sangue finto, eccessiva nelle scene di sesso esplicito, eccessiva nella rappresentazione di un impero di addominali scolpiti nella roccia.

Attualmente è in onda la terza serie, conclusiva si suppone visto l’impianto storico, di questa fiction assolutamente fuori dagli schemi. Le annualità produttive stesse hanno nomi propri, infatti la prima serie s’intitola Spartacus: Blood and Sand, la seconda Spartacus: Vengeance e la terza Spartacus: War of the Damned. Quasi a scandire i tre momenti fatali di una storia con più di 2.000 anni*.

Spartacus

Insomma se non avete lo stomaco forte lasciate stare Spartacus, d’altro canto se amate le esperienze forti non potrete che amarlo come i suoi tragici interpreti.

Purtroppo tragica è stata la scomparsa prematura dell’attore Andy Whitfield, lo Spartacus di Blood and Sand, che ne interruppe la programmazione per due anni. Sull’onda del successo e del motto “the show must go on”  la Starz realizza nel 2011 un prequel Spartacus: Gods of the Arena, di sole sei puntate, dove si narra della vita della Capua gladiatoria prima dell’arrivo di Spartacus.

Pur con tutti i risvolti inaspettati la serie ha una sua continuità, senza snaturarsi e proseguendo nel suo intento di romanzare “sopra le righe” il mito della terza guerra servile. Scontri epici e battaglie riprese con grande dinamicità di montaggio, inquadrature ardite e colori vivaci sono la carta vincente definitiva.

L’occhio dello spettatore schizza a destra e a sinistra in cerca di cogliere momenti di calma senza trovarla,  la concitazione dei piani sequenza misti a cambi di montaggio frenetici è veramente eccessiva, quasi uno Zack Snyder (300) infinito. Se non siete ancora sicuri nell’arrischiarvi alla visione, vi lascio ricordandovi che il produttore esecutivo è uno dei più immaginifici e prolifici registi americani, Samuel Marshall detto Sam Raimi.

Una serie 100% Sugarpulp approved!

 

*[attenzione spoiler] Spartaco è realmente vissuto (109 a.C. , 71 a.C), i testi lo ricordano come uno dei condottieri che sobillò una delle più violente guerre civili a memoria d’Impero Romano. Realmente nato in Tracia e divenuto gladiatore sotto Lentulo Batiato, lanista Capuano, Spartaco si ribellò scappando sul Vesuvio con Crixus ed Enomao, altri due compagni gladiatori. La fine della rivoluzione, nata come battaglia sulla disparità di trattamento tra cittadini e non, rimane tragica e feroce sotto il comando del proconsole Marco Crasso. Quest’ultimo nell’Alta Valle del Sele (Avellino) uccise i 60.000 rivoltosi guidati da Spartaco impiccando lo stesso insieme ad altri 5.000 prigionieri.