Quelli che aspettano “Territori Noir: Sugarpul Festival 2012”: un’intervista multipla a tutti i protagonisti del prossimo Sugarpulp Festival. Vi presentiamo Paolo Roversi:
Cosa ti aspetti dal Sugarpulp Festival?
Incontri interessanti e, sopratutto, di incontrare amici scrittori e non con cui ideare e promuovere nuovi progetti.
Quanto contano gli aspetti legati al territorio (o ai territori) nei tuoi lavori?
Moltissimo. I luoghi delle mie storie (Milano e la Bassa) sono una parte fondamentale della vicenda.
Secondo te si pubblica troppo?
Assolutamente sì. Sono favorevole non tanto alla decrescita felice quanto alla decrescita drastica. Ma è un discorso molto lungo…
Editoria digitale (dall’ebook al selfpublishing, da Apple a Amazon): che ne pensi?
Favorevole. E’ un modo per conquistare nuovi lettori. Un canale in crescita che tengo d’occhio con attenzione anche con la casa editrice MilanoNera di cui sono l’editore.
Il podio dei tuoi film preferiti.
Amici miei atto II, i Blues Brothers, Il grande Lebowski.
Meglio Twitter o Facebook?
Twitter tutta la vita.
Consigliaci un autore da invitare al Festival 2013.
Don Winslow.
Cinque aggettivi per definire la tua scrittura.
Veloce, accattivante, sincopata, inaspettata, scorrevole.
La colonna sonora del tuo ultimo romanzo.
La trovate pubblicata in fondo a Milano Criminale. Canzoni anni Sessanta da i Corvi a Mina, dai Beatles a Hendrix, da Ranieri a Celentano…
I tre romanzi che ti hanno influenzato di più, sia come persona che come autore.
Post Office di Charles Bukowski, Eureka Street di Robert McLiam Wilson, Cent’anni di solitudine di Marquez.
Il libro che non sei mai riuscito a finire di leggere.
Troppi. E ogni settimana la lista si allunga.