Uber e Lyft in corsa per il futuro, guida autonoma già in prova a Pittsburgh

Mentre il bel paese e in genere la stanca Europa continentale martellano a colpi di tribunali le milionarie start-up americane della mobilità queste sono già oltre. Se da noi stiamo dibattendo di licenze e certificazioni, Uber e Lyft stanno dibattendo su quante città deve partire la seconda fase dei test di guida autonoma.

La guida autonoma renderà in un futuro molto prossimo, massimo 2020, obsoleti i tassinari di tutto il mondo. Uber ha già iniziato con macchine test nella città di Pittsburgh, Pennsylvania, e prevede di lanciare un secondo test nella Motor City per eccezione, Detroit.

La tecnologia che sta dietro alle Ford Focus modificate da Uber è similare a quella usata da Google, non bella e decisamente posticcia nel design ma collaudatissima, insomma si va sul sicuro inserendo tutti i sensori possibili, telecamere, radar, laser, giroscopi, ecc.  Non solo, Uber ha interamente mappato la città in funzione della guida autonoma, uno step superiore al classico Maps che noi tutti conosciamo, tutta la segnaletica orizzontale e verticale compresa l’analisi dei flussi orari dei veicoli compongono il sottobosco per l’algoritmo di gestione.

Mentre le macchine Uber andranno ovunque ma all’interno dell’area mappata, Lyft per il prossimo anno proporrà un servizio leggermente diverso. La prima modalità saranno una serie di percorsi standard già “conosciuti” dalla macchina, la seconda più in stile Uber ma senza limiti “territoriali” ma con una velocità limitata a 40 km/h.

Se il panorama della mobilità pubblica sta cambiando radicalmente, i produttori di automobili non sono fermi a guardare, Volvo, Range Rover e Tesla su tutti, ma anche Volkswagen con il nuovo concept ID presentato al Salone di Parigi promettono la guida autonoma per il privato a costi irrisori.

La speranza è che anche in Europa si sveglino perché non solo gli States guardano oltre il vecchi taxi, i paesi ricchi del golfo hanno già pronto l’assegno da staccare, non a caso uno delle start-up più di successo è Careem l’App di carbooking che spopola a Dubai. Io sono già addicted e trovo la possibilità di prenotare il mio taxi dallo smartphone ormai un must have, sapere dove si trova prima e durante, poter pagare direttamente con la credit card e sopratutto dare un rate al guidatore alla macchina non ti fanno cambiare idea.

Un interessante video dei colleghi di The Verge registrato il 14 settembre sulle macchine Uber.