VENECIAFRENIA. FOLLIA E MORTE A VENEZIA la recensione di Silvia Gorgi del film di Alex De La Iglesia girato a Venezia.

VENECIAFRENIA. Follia e morte a Venezia.

VENECIAFRENIA di Alex de la Iglesia, nel pieno del suo stile, usando toni horror e grotteschi, mette in guardia sulla fragilità di una città unica come Venezia, lasciata in mano a orde di persone che ne sfruttano la bellezza, senza coglierne l’essenza.

Quell’essenza che il regista, anche sceneggiatore e produttore, recupera usando sapientemente le maschere, in questo caso di carnevale, da sempre mezzi d’elezione nell’horror, inserendo il teatro – le radici culturali di un popolo, quello veneziano, che con il teatro ha sempre avuto a che fare – e mettendo in scena, lungo le calli, momenti che sembrano tratti da una pièce; utilizzando come tema all’interno della sua trama anche il Rigoletto, aggiungendo al suo racconto il dramma, con atmosfere che mettono assieme un moderno Fantasma dell’Opera al Rocky Horror Picture show.

E pure recuperando le leggende popolari, come quella dell’isola infestata dai fantasmi di Poveglia. Tutto ciò entra a far della vicenda cui non possono sfuggire i protagonisti e antagonisti della storia.

Un addio al nubilato molto particolare

Sì perché un gruppo di giovani, giunto dalla Spagna, per divertirsi fra le calli veneziane, per festeggiare un addio al nubilato, usando di fatto la bellezza della città come un fazzoletto usa e getta, si ritrovano ad aver a che fare, prima a loro insaputa, ma dopo la scomparsa di uno di loro, ne prenderanno pian piano coscienza, con chi, invece, cerca di proteggerla, a tutti i costi, per cercare di riportare un equilibrio in laguna, celandosi dietro a delle maschere.

Il racconto filmico è intriso di riferimenti culturali, di cultura italiana, di ricerca storica, è cinema che utilizza il teatro, in un’unione con Venezia perfetta.

Una “comunidad” contro un’altra, un’idea di città e una filosofia di vita che, nella realtà, sono alla ricerca costante di un equilibrio.

Un atto d’amore nei confronti di Venezia

VENECIAFRENIA è provocatorio, divertente. Un atto d’amore nei confronti di Venezia, “alla maniera di Alex de la Iglesia”, con la sua sapienza registica e visionaria, che ben si inserisce nel progetto produttivo più ampio che l’autore di Bilbao sta portando avanti con la sua Fear Collection, e rende la città lagunare simbolo da preservare come patrimonio del mondo. A pensare all’attualità e alla tassa di ingresso che recentemente è stata disposta per entrare a Venezia, e con le polemiche annesse, di sicuro rende l’opera filmica di De La Iglesia anche urgente.

VENECIAFRENIA è un film slasher, cattivo, del 2021, che finanziato dalla Regione Veneto con la Veneto Film Commission, uscito in Spagna nel 2022 (il 22 aprile) con un’anteprima mondiale alla 54esima edizione del Sitges Film Festival (il 9 ottobre 2021), e, in Italia, andato in onda direttamente su Rai 4 lo scorso 10 aprile, che va recuperato, perché è di sicuro coraggioso, non allineato con una visione mainstream della società, ruvido, in grado di utilizzare un funereo barocchismo, e che mette in scena una vendetta mascherata, fortemente caustica, anche ironica, ma di sicuro perseguendo come fine l’idea di provocare un certo disagio.

Tra EYES WIDE SHUT e HOSTEL

I punti deboli sono legati, forse, a qualche buco di sceneggiatura, e alle performance attoriali del gruppo di giovani spagnoli, un po’ troppo sopra le righe, mentre non deludono quelle, che contrappongono agli zotici forestieri, una sorta di “società segreta”, con Caterina Murino nei panni di Claudia, Cosimo Fusco (Dottore) – molto bravo – e come autista di watertaxi, in aiuto dei turisti, Enrico Lo Verso (Giacomo).

Si passa da atmosfere alla EYES WIDE SHUT nel party equivoco cui partecipano i fracassoni spagnoli, anche per festeggiare l’addio al nubilato della futura sposa Isa (Ingrid García-Jonsson), in cui scompare il fratellino combina guai Josè (Alberto Bang), a dinamiche alla HOSTEL, e l’atmosfera si fa creepy quando casualmente incontrano un misterioso e inquietante giullare, mascherato: un Rigoletto horror.

Non è per tutti Alex De La Iglesia, si può far odiare, ma per chi lo ama, in questi ottanta minuti di Veneciafrenia, potrà ritrovare una Venezia che sanguina, e va salvata, uno spaccato che più che horror è vita reale (basti pensare alla questione delle grandi navi e il decreto di espulsione delle stesse del 31 marzo 2021). E il regista, a modo suo, ce lo urla dritto in faccia. Da recuperare su Raiplay.