Alle radici del male di Roberto Costantini mette l’Italia a nudo di fronte al proprio ingombrante passato

Alle radici del maleTitolo: Alle radici del male
Autore: Roberto Costantini
Editore: Marsilio
PP: 702
Prezzo: 14,00 euro

Duro, splendido, sconvolgente. Il secondo capitolo della Trilogia del male scava a fondo nel passato torbido di un’Italia traditrice di se stessa.

«Lei è un poliziotto, Balistreri. Dovrebbe cercare un assassino, non un traditore o un nemico personale».
«E’ la stessa cosa, senatore. L’Italia di oggi è governata da una classe politica che è nata tradendo il proprio paese durante una guerra. E da quel vostro esempio tutti gli italiani hanno imparato che la convenienza personale viene prima della lealtà».
«Non vedo cosa centri con l’assassino di quelle ragazze, Balistreri. Quello è solo uno che uccide con un coltello».
«Si sbaglia. L’assassino uccide con il cervello. Per convenienza personale. Come ci avete insegnato voi».

Se “Tu sei il male” è stato una piacevole e spiazzante sorpresa nell’inflazionato panorama del noir italiano, il suo sequel “Alle radici del male” si rivela sin dalle prime pagine la conferma di uno straordinario talento narrativo.

Utilizzando una struttura simile quella de “Il Padrino” Costantini racconta, nella prima parte del romanzo, l’infanzia e l’adolescenza di Michele Balistreri. Il giovane, figlio ribelle del potente ingegnere Salvatore Balistreri, cresce, proprio come l’autore, nella Libia degli anni ’60.

“Mike” mostra sin da subito un carattere forte, irrequieto e poco incline ai compromessi. Passa le sue giornate con gli amici Nico, Hamed e Karim diventando presto il leader indiscusso della piccola banda. I giorni di felicità e spensieratezza durano poco e la sua vita viene presto sconvolta dalla morte della piccola Nadia e soprattutto da quella della madre Italia, suo vero punto di riferimento.

Balistreri cresce ossessionato dalla sete di vendetta e di verità in una Libia post-coloniale, splendida e decadente, in un momento storico in cui i sentimenti dei nativi verso gli italiani si fanno sempre più contrastanti. Tutte le sue convinzioni vanno a scontrarsi con il mondo che lo circonda e soprattutto con la figura del padre, un uomo disposto a tutto per il proprio tornaconto personale.

Anche l’amore si rivela un sentimento duro con cui fare i conti: quello puro ed impossibile per la giovane Laura Hunt e quello intriso di desiderio e vergogna che Michele prova per la madre di lei, Marlene.

Il vento della storia inizia a soffiare forte quanto il ghibli che spazza il deserto e l’insediamento dello spavaldo Muammar Gheddafi costringe la famiglia Balistreri e tutti gli italiani a lasciare in fretta e furia l’Africa, per tornare nella patria corrotta dalla quale erano fuggiti.

Ritroviamo il protagonista a Roma nel 1982, svogliato commissario di polizia, alle prese con le indagini sulla brutale morte di una studentessa argentina. Ed è allora che le storie ed i personaggi di “Tu sei il male” tornano a fare capolino tra le pagine. Angelo Dioguardi, il commissario Teodori ed il disastroso caso della giovane Elisa Sordi…

Nel cuore di “Alle radici del male” passato e presente si sovrappongono come in un gioco di specchi e Balistreri si ritrova suo malgrado a dover fare i conti con la sua adolescenza di “sabbia e di sangue” e con tutti i conti lasciati in sospeso in Libia: gli omicidi irrisolti, gli amici che lo hanno tradito e la sua famiglia ormai disgregata.

Se nei primi capitoli l’autore ci offre una splendida ricostruzione della Libia post-coloniale, la seconda parte del romanzo vira verso il thriller puro, tra continui colpi di scena, inaspettate rivelazioni ed un ritmo sempre più frenetico sino alla risoluzione di tutti (o quasi) i misteri.

Nonostante la mole (oltre 700 pagine) “Alle radici del male” si fa leggere tutto d’un fiato e Costantini sforna un nuovo sconvolgente page- turner in grado di scandagliare con forza il marcio del nostro paese e tutte le incoerenze che hanno segnato gli ultimi decenni della storia italiana.

In attesa dell’ultimo e conclusivo capitolo la “Trilogia del male” si prospetta già come un punto di riferimento della migliore narrativa nostrana: quella che attraverso grandi storie e personaggi forti riesce a dire qualcosa di nuovo sul nostro passato comune, su quello che siamo oggi e su ciò che potremmo diventare.