L'epopea di Claudio Bambola

Claudio Bambola (La banda dei tre) è un grande personaggio e Carlo Callegari ha fatto centro.

Da poco uscito con “La banda dei tre” (Fanucci, pp. 256, Euro 9,90) per i colori di Fanucci e, più precisamente, per il marchio “Nero Italiano” che si prepara a replicare il successo di “Time Crime”, Callegari firma un romanzo irriverente e pieno di gag, dai dialoghi fulminanti e carichi di humour giocando con gli stereotipi e gli stilemi di un certo hard boiled per tirar fuori una storia certamente sugarpulp che è solo la prima, fra l’altro, di un 2013 all’insegna della barbabietola.

Perché, diciamocelo, da qui ad aprile – senza fare nomi e cognomi – saranno quattro i romanzi “zuccherati” ad andare sugli scaffali per editori di peso come Fanucci, Marsilio, E/O, Guanda.

Ma bando alle autocelebrazioni, e parliamo del romanzo di Carlo Callegari che, si parva licet, ha il merito splendido di fare per l’hard boiled quello che ha fatto tanto, troppo tempo fa, un romanzo come “Pulp” di Charles Bukowski: lo prende per il culo dalla prima all’ultima riga, con un piglio e una grinta davvero esilaranti.

Non ci lanceremo in paragoni azzardati ma è certo che da quell’approccio, sgangherato e divertito, Callegari tragga il mood perfetto per la sua storia, la quale, sia ben chiaro non è certo e non è solo parodia, ma sberleffo divertito pronto a trasfigurarsi in noir quasi puro quando serve, svisando nel pulp ogni volta in cui ci sia bisogno di pestare sull’acceleratore dell’assurdo, mescolando i toni da commedia a quelli della detective story.

Un romanzo, il suo, tutto ambientato a Padova che vede per protagonista un agente della Narcotici sotto copertura, Claudio Bambola appunto, che sogna di portare a termine la retata della vita proprio nella città del Santo. A dargli una mano, più o meno consapevolmente, un caravanserraglio di personaggi ai limiti del delirante: su tutti, e prima di tutti, quel Tony il Nano che rimanda dritti a certe invenzioni alla Joe R. Lansdale. Un personaggio, Tony, che porta con sé un intero mondo fatto di sulky color merda di cane, compagne di giochi più o meno erotici come le Gemelle Biologiche, abbigliamenti improbabili a base di lederhosen altoatesini e stivali camperos fatti a mano, armamenti che nemmeno Schwarzenegger in Commando avrebbe con sè, e un padre che di nome fa Babbo Natale.

Dobbiamo aggiungere altro?

Noi crediamo di sì. Perché anche Silvano detto il Boa, un tossico dal cuore d’oro con un’insana passione per la Di Carmine, la vicina di casa ninfomane di Bambola, merita una citazione, così come è giusto dare a Patrizia quel che è di Patrizia e riconoscerle il ruolo di Bella con l’anima che proprio da Claudio verrà salvata dalle botte del marito.

Insomma, non si ride soltanto con Bambola che anzi, è impegnato a sventare l’ingresso della Mafia Russa nel tessuto economico-sociale del Nordest oltre a lavorare a pieno regime per ripulire le strade dai fiumi di droga che affogano la città di Padova.

Bravo, quindi, Carlo Callegari, autore capace di non prendersi troppo sul serio, e di proporre però un cocktail intelligente, arguto addirittura, di ingredienti che distillano una miscela di pulp, commedia, crime, hard boiled che si preoccupa anche di riportare il genere nella giusta prospettiva, non solo attraverso l’ironia ma anche per mezzo di uno stile corrosivo e attento a dissacrare senza mettere in burla per forza.

In questo sta la sua efficace originalità e nell’aver intuito da subito le potenzialità di un bel personaggio come Claudio Bambola, sbirro pronto a cogliere il buono quando c’è e a fare squadra con la più improbabile e sgangherata accolita di criminali da strapazzo, specie se quel che dovrebbe essere pulito si rivela sporco.

Perché, alla fine della conta, Callegari propone una storia fatta di chiaroscuri e di infinite sfumature di grigio, a dimostrazione di quanto sia credibile e efficacemente umana la sua galleria di personaggi, tutti infilati in una sorta di sinfonia fantastica che non mancherà di catturare l’amore del lettore.

Pronto per un sequel e un remake a fumetti.

Leggi l’intervista (semiseria) a Carlo Callegari di Marianna Bonelli