Crocodile Rock è una bella sorpresa e vi assicuro che staccare gli occhi da queste pagine vi sarà molto difficile
Titolo: Crocodile Rock
Autore: Carl Hiaasen
PP: 382
Editore: Meridiano Zero
Prezzo: Euro 17,50
Poco conosciuto in Italia, Hiaasen è considerato negli Stati Uniti uno dei migliori autori della scena noir, con all’attivo un considerevole numero di lavori, alcuni approdati persino sul grande schermo sottoforma di trasposizioni cinematografiche.
Crocodile Rock, uscito originariamente nel 2002 e di recente diffuso nel nostro Paese grazie ai sempre attenti tipi di Meridiano Zero, è un affascinante miscuglio di umorismo nero e colpi di scena dal notevole impatto.
I dialoghi, serrati e pungenti, ricordano da vicino l’inarrivabile Lansdale della serie dedicata ai due investigatori improvvisati Hap & Leonard, mentre la trama si dipana a partire dalla morte dell’ex-rockstar Jimmy Stoma, leader dell’acclamata band degli anni Ottanta Slut Puppies.
Inizialmente pare si tratti di un banale incidente in mare, ma per Jack Tagger, giornalista di provincia finito a scrivere necrologi a causa della sua eccessiva e formidabile schiettezza, le cose non quadrano. E così eccoci risucchiati da un vortice di violenza, rivelazioni, nastri misteriosi, in cui qualcuno proprio non riesce ad accettare che la verità debba, prima o poi, venire a galla.
Il tutto diluito nelle paludi della Florida meridionale, dove lo stesso Hiaasen è cresciuto ed ha iniziato a muovere i primi passi proprio nel mondo del giornalismo.
Crocodile Rock è dunque una bella sorpresa, e, per quanto possa sembrare una frase stracitata ed il più delle volte usata a sproposito, vi assicuro che staccare gli occhi da queste pagine vi sarà molto difficile.
Ho letto CR, il mio primo Hiaasen. E ho sentito parlare bene dei precedenti. Devo dire che dopo la mia iniziale ritrosia verso Jack Tagger, dovuta al fatto che avevo appena letto una storia con protagonista un giornalista/detective e, incredibile a dirsi, me ne sarebbe toccata di li a poco un’altra(forse è il caso di dire che questo accoppiamento è troppo sfruttato), alla fine concordo pienamente con Marco: ho letto le sue 382 pagine tutte d’un fiato.