Moisès Corvo è un ispettore di polizia particolare, ha imparato a leggere a 17 anni, e da allora si è appassionato al genere poliziesco e ai romanzi horror, solo che Sherlock Holmes e, peggio ancora, Auguste Dupin li vede come fumo negli occhi poiché non sono realistici, “non è possibile risolvere nessun caso basandosi su una catena di deduzioni, perché ci sarà sempre qualcuno che la spezzerà, i criminali improvvisano”, mentre Lestrade gli è simpatico “perché fa il suo dovere, anche se Holmes si ostina a umiliarlo continuamente”.

Il suo vice, Juan Malsano, pensa che Moisès legga troppo, motivo per il quale non approva quasi mai il suo operato. Moisès è sposato, ma ormai con la moglie non ha più rapporti sessuali, per questo spesso sale le scale dell’Osteria La Mina, dove esercita Giselle, la miglior puttana francese di tutte le puttane francesi che vivono a Barcellona. Una Barcellona ricca e opulenta, grazie ai fasti internazionali dell’esposizioni universali degli inizi del XX° secolo, ma anche una Barcellona dove la povertà è diffusa e i disperati che non hanno avuto buone carte dalla vita sono la maggioranza, e la criminalità è diventato uno dei tanti mezzi necessari per permettere a milioni di persone di sopravvivere a mala pena. Ma è anche una Barcellona dove pullulano una miriade di Anarchici provenienti da ogni parte del globo, non a caso ancora oggi viene chiamata, e così sarà per sempre, ‘La Rosa de Foc’: “verso il 1894 Barcellona era molto diversa. Ogni due per tre un anarchico sparava a qualcuno per la strada, ma in genere erano persone che se lo meritavano, e in fondo non mi facevano molta pena. Era il periodo della bomba al teatro Liceu, quello si che aveva le palle, quel Santiago Salvador”.