Il tragitto verso Padova Scoassa lo passò tra tastatine alle palle, strizzate in slip ormai troppo stretti, e toccatine di controllo al taschino della sua camicia bianca di poliestere (la camicia buona) nel quale aveva riposto una pastiglietta azzurra, il suo piano B nella denegata ipotesi di cilecca. Tuttavia, Toni non dubitava delle proprie potenzialità.

In effetti, quella sera non avrebbe avuto bisogno di quel tipo di aiutino, ma Scoassa ancora non lo sapeva.

Fu così che finalmente arrivò davanti alla casa di Luana, un appartamento in un basso edificio popolare in zona Portello. Si sistemò i capelli unti ed appiccicati alla fronte per il sudore che già la imperlava, un’altra toccatina alle palle, suonò al campanello contrassegnato dalla lettera L. e, non appena si aprì il portoncino, vi entrò preceduto da un intenso effluvio del profumo di cui si era cosparso, ed al quale l’appellativo di eau de toilette calzava veramente a pennello.

Luana, vestita solo di una mutandina a culotte ed avvolta in una vestaglietta rosa che nulla lasciava alla fantasia, lo accolse calorosamente.