Stato passivo, la recensione di Pierluigi Porazzi del romanzo di Sebastiano Martini pubblicato da Edizioni Ensemble.

Stato passivo, la recensione di Pierluigi Porazzi del romanzo di Sebastiano Martini pubblicato da Edizioni Ensemble.

  • Titolo: Stato passivo
  • Autore: Sebastiano Martini
  • Pagine: 108
  • Prezzo: 12,00 euro
  • Editore: Edizioni Ensemble

Jacopo Nuti si ritrova sull’orlo del fallimento: deve trovare cinquantamila euro per evitare la chiusura del suo locale notturno, il “Phillies”, un bar/ristorante nel centro di Firenze. Per aprire il locale aveva contratto un debito di cinquantamila euro con uno strozzino, a cui aveva rilasciato delle cambiali di pari importo.

Il locale stava iniziando ad avere un certo successo, e il debito era stato saldato con gli interessi. A quel punto lo strozzino aveva preteso altri cinquantamila euro, sulla base delle cambiali che non aveva mai restituito a Jacopo. Il tribunale ha quindi avviato la procedura fallimentare a carico di Jacopo Nuti.

Disperato, Jacopo si rivolge al suo curatore fallimentare, l’avvocato Folco Cerri, chiedendogli consiglio. Mentre Jacopo vede la sua vita precipitare verso il baratro, perde anche Violante, la ragazza che ama, a cui non ha mai voluto rivelare le sue difficoltà finanziarie.

Prova quindi a cercare di rimediare in qualche modo la somma necessaria a evitare il fallimento, ma i pochi amici a cui chiede aiuto si defilano, adducendo scuse più o meno attendibili. Per Jacopo è una corsa contro il tempo, deve trovare in qualche modo quei maledetti soldi prima che inizi la procedura fallimentare, e non sa più a chi rivolgersi.

Una Firenze fredda e spietata

Ambientato in una Firenze fredda e spietata, ben diversa dalle immagini da cartolina della città, Stato passivo avvince il lettore fin dalle prime pagine, con ritmi veloci e atmosfere noir. Si è impazienti di scoprire cosa accadrà al protagonista, e alla sua vita che sta andando alla deriva.

Riuscirà a riscattare il suo locale e a evitare il fallimento? Nel corso del romanzo compare più volte la citazione del celebre quadro di Edward Hopper, Nighthawks, quasi a simboleggiare la solitudine evocata dal dipinto e vissuta da Jacopo.

Lo stesso senso di solitudine e disagio serpeggia anche nell’animo dell’avvocato Cerri, uomo di mezza età con un matrimonio fallito alle spalle e un’insoddisfazione di fondo che cova sotto l’apparenza di avvocato di successo.

Lo stato passivo che dà il titolo al libro non rappresenta soltanto il disagio della situazione finanziaria di Jacopo, che lo sta conducendo al fallimento, ma è anche il bilancio di due esistenze, quella del protagonista e quella dell’avvocato Cerri, nonché di centinaia di altre esistenze.

“Penso che a tutti dovrebbe essere concessa una seconda possibilità”, dice proprio l’avvocato, e fino alle ultime pagine non sapremo se questa seconda possibilità verrà concessa a Jacopo, che sta cercando un riscatto e un nuovo inizio, e allo stesso avvocato Cerri, il quale, forse, è alla ricerca di una nuova vita.

Stato passivo è un romanzo breve che mantiene una forte intensità, grazie alla bravura dell’autore, capace di tratteggiare personaggi credibili raccontando una vicenda di grande attualità e creando un’atmosfera di costante suspense.