Under the Dome ti mette sotto, visivamente riuscito rimane fedele al libro, The Dome, solo per la line up dei protagonisti. Ma visto che è di Stephen King correte a vederlo comunque!

Chi poteva immaginarlo, il vecchio Stephen cede i diritti alla CBS, alla DreamWorks e a quei trita soldi della Amblin. Ne esce un prodotto stars and stripes convincente su tutta la linea, aleggia la mano della Kennedy (la pluripremiata produttrice hollywoodiana) e fortunatamente il socio Steven (Spielberg) guarda o poco più.

Under the Dome

Ma il vero pezzo da novanta che porta sul piccolo schermo il romanzo The Dome è un mito del comics, si avete letto bene, Brian K. Vaughan! Il fumettista che lavora per DC Comics, Marvel Comics e Dark Horse imbrocca, per ora, tutto giusto e senza sbavature evidenti. Certo aver sceneggiato una serie come Lost e poter godere della presenza di King sono un grande aiuto.

Passare dal disegnare Buffy l’ammazzavampiri a showrunner televisivo di successo non deve essere facile ma pare che il nostro Brian la prenda con filosofia e continui sotto i migliori auspici. Indicatore indiscusso ne è il ritmo dei dialoghi e la prova autoriale, che mette in primo piano un Dean Norris “Big Jim” in forma smagliante, meno Mike Vogel “Barbie” più sottotono e monoespressivo.

Dal canto loro i comprimari sfoderano carisma a fiotti, come quelli di sangue che scorrono lungo la serie, Natalie Martinez e Rachelle Lefevre, la prima nella parte dello sceriffo Linda e la seconda della giornalista Julia, si muovono con inconsueta bravura nell’impersonare due caratteri forti.

Under the Dome

La trama ricalca in parte quel gran romanzo, molto travagliato nella genesi, di Mr. King dal nome The Dome. Fortunatamente l’ho letto qualche anno addietro e non rovina il piacere di visionare questa serie, purtroppo la narrazione del testo finisce in modo netto e suppongo accadrà anche per la serie. Insomma sapere come finisce non è il massimo ma l’intermezzo lo consiglio, per ora, a tutti i lettori accaniti del re.

Proprio per preservare la verginità di chi affronta la serie con l’anima candida dell’ignoranza, riferita al romanzo, non spoilero un bel nulla. Big Jim e Barbie (il soprannome deriva dal cognome Barbara) come tutta la cittadina di Chester’s Mill si trovano a condividere uno strano destino, essere inglobati in una cupola (dome) enorme che non permette a nessuno di entrare e uscire. La piccola comunità darà il peggio di se, come animali in gabbia che lottano per il potere del branco, deliri in stile fanta-thriller approderanno ad ogni puntata segnando inesorabilmente gli ex cittadini modello.

Under the Dome

Su questi presupposti si snodano una serie di sottotrame con molti personaggi, tutti in preda all’istinto di conservazione che portano a immancabili cliffhanger ben costruiti. In attesa di ulteriori sviluppi e del season final (13 puntate) ne consiglio la visione a tutti i fanatici di King e non. Dimenticavo di citarvi il mio personaggio preferito di tutta la serie, Junior Rennie!

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