Alle radici del male di Roberto Costantini è un vero capolavoro, un romanzo che si divora pagina dopo pagina.

Alle radici del male, la recensioneTitolo: Alle radici del male
Autore: Roberto Costantini
Editore: Marsilio
PP: 702
Prezzo: 14,00 euro

Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l’odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo ‘dolore’
è soltanto un discorso sospeso.

Fabrizio De Andrè, La ballata degli impiccati

Qualche mese fa, dopo aver letto la bellissima recensione di Fabio Chiesa di Tu sei il male, decisi di iniziare la lettura di questo Roberto Costantini. Un libro di quasi 700 pagine, italiano… una prova di coraggio, pensai. Ad oggi lo reputo uno dei più grandi thriller che abbia mai letto.

Pensavo, tra l’altro, che fosse impossibile ripetersi. Ecco. Smentito anche su questo. Alle radici del male infatti è un capolavoro, un thriller straordinario.

Non solo perchè le sue 704 pagine volano via. Alle radici del male è un capolavoro perché viaggia attraverso 30 anni di storia italiana, partendo dalla Libia degli anni ’50, senza un minimo calo di tensione. Ritmo, ritmo, ritmo. Volando attraverso giochi di potere del secondo dopo guerra, connivenze mafiose, violenza, omicidi e fiumi di denaro.

Michele Balestrieri, il poliziotto protagonista di Tu sei il male si racconta dalla nascita, dalla vita in Libia considerato un fascista dagli italiani, che lui considera dei traditori. Ci racconta una storia nuova, quella scritta dalle vittime dei giochi politici e della corsa all’oro nero. Ma anche di chi sguazza nel marcio, e di chi muore senza pietà e senza giustizia.

Parla di sogni adolescenziali e di traumi, di droga e di donne, di deserto e di sangue. E, soprattutto, di sete di vendetta. Una vendetta che striscia pagina per pagina, rendendo cieco Mike Balestrieri, impedendogli di ragionare con lucidità. Portandolo a lottare con l’istinto contro la ragione e la pianificazione dei potenti.

Storie sospese per trent’anni, omicidi irrisolti, politica internazionale. Tutto incrociato con un’abilità sorprendente. E un ritratto dell’Italia degli anni sessanta ideale per capire quella di oggi. Vogliamo trovargli un difetto? Il finale è un po’ articolato e comporta una lettura molto attenta per non perdere il filo.

Un altro difetto? Non c’è. Non fatevi spaventare dal numero di pagine. Non rinunciate a leggerlo. Perchè potrebbe essere uno dei più bei libri della vostra vita.

VOTO: 5 barbabietole su 5 (e ci fosse la sesta, gliela darei!)