Kandinskij – L’Opera 1900-1940, a Palazzo Roverella fino al 26 giugno

Già dopo la prima settimana d’apertura all’inizio di marzo la mostra aveva registrato un’affluenza record, e con il passare di mesi, arrivando vicino al suo finissage, il prossimo 26 giugno, si è dimostrata uno degli eventi di maggior successo di questo 2022, registrando più di 50 mila presenze per la grande monografica di Kandinskij, allestita a Palazzo Roverella di Rovigo, con un pubblico, registrano gli organizzatori, fra i 30 e i 50 anni, più giovane, di quello di altre precedenti mostre rodigine.

Altro dato interessante è legato alla richiesta da parte dei fruitori della visita guidata, oltre 9 mila persone ne hanno usufruito, dimostrando una richiesta di approfondire i contenuti della mostra molto importante, e altissimo pure il ricorso alle audioguide.

Insomma un bilancio più che brillante per l’esposizione “Kandinskij 1900 – 1940”, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e curata da Paolo Bolpagni e Evgenia Petrova, mentre in parallelo anche la mostra documentaria organizzata a Palazzo Roncale, e cui si può accedere gratis con il biglietto di Kandinskij Giovanni Miani. Il Leone Bianco del Nilo ha registrato più di 10 mila visitatori.

In relazione a questi numeri super positivi, nell’ultimo weekend verranno prolungati gli orari di visita, a Palazzo Roverella, e, il 26 giugno, si chiuderà infatti alle 22.

I capolavori di Kandinskij

Stregati dai capolavori, provenienti da musei di tutta Europa, 80 quelli in mostra del grande Maestro russo, i visitatori della grande retrospettiva attraversano un percorso di dodici sezioni, partendo dall’arte popolare russa, prima fonte d’ispirazione per l’artista.

Nella sala introduttiva, infatti, ci si focalizza sulle espressioni creative dei popoli della Vologda (Russia settentrionale), con cui Kandinskij entrò in contatto durante un soggiorno in quei territori del 1889. Insieme alle opere il viaggio, lungo la biografia e la formazione di Kandinskij, è correlato anche di filmati d’epoca, libri in edizione originale, fotografie, cimeli d’arte popolare, e racconta, in maniera chiara e coinvolgente, il suo legame con il popolo, il suo straordinario rapporto con la musica, che diviene tutt’uno con la pittura, e si focalizza pure su una serie di opere inedite.

Un percorso che si apre a studiosi e a un pubblico più eterogeneo, sottolineando come per l’artista l’arte sia prima di tutto una necessità interiore, che attiva tutte le facoltà percettive, sia sintesi suprema di musica, teatro, poesia (presenti anche alcune opere poetiche di Kandinskij), e testimonia pure il posto speciale, fra le sue ispirazioni, che ha occupato l’arte popolare nei suoi rituali. Un cammino dunque, quello proposto a Palazzo Roverella, lungo gli anni e gli spostamenti dell’artista, che conduce lo spettatore nelle svolte biografiche e nelle scelte artistiche cui si è trovato di fronte, a partire da quella carriera giuridica nel 1896 abbandonata, per mettersi a studiare pittura a Monaco di Baviera.

Nel 1901 fonda l’associazione “Phalanx”, e le sue opere rilevanti sono xilografie, e dipinti fiabeschi legati al folklore russo. Segue una peregrinazione, lungo l’Europa Occidentale e la Russia, che lo conduce poi a stabilirsi a Murnau, in Baviera nel 1908, dove i suoi dipinti si caratterizzano per zone di colore brillanti e giustapposti, fino a quando il modello musicale diviene per lui fondamentale nel passaggio dalla figurazione all’astrattismo, sotto l’influenza del compositore e pittore Arnold Schönberg (di cui sono presenti due dipinti in mostra).

Una fase creativa magmatica questa per Kandinskij, quella che lo conduce all’astrattismo, in cui il colore si libera dal disegno, dalla linea, e diviene un mezzo autonomo, per raccontare le sensazioni, l’animo dell’artista a 360 gradi, unendo le emozioni visive, a quelle sonore, tattili, psicologiche. “Improvisation 34”, del 1913, è un’opera, da questo punto di vista, emblematica. Nella sezione dedicata al gruppo del “Cavaliere azzurro”, alcune opere di Kandinskij sono state poste a confronto con alcuni dei lavori di Paul Klee. Alla fine del 1914, dopo mesi trascorsi in Svizzera, quando l’artista rientra in patria, a Mosca, e si dedica all’insegnamento, continua anche la sua teorizzazione della correlazione fra la forma, colore e musica. E il suo peregrinare si fa incessante, poiché isolato da parte degli assertori di posizioni più costruttiviste e materialiste, nel dicembre del 1921, torna in Germania, dove inizia per lui una nuova fase e si manifesta una tendenza alla geometrizzazione, e dove, nel 1918, produce una serie di dipinti in vetro della “donna cavaliere”. Molto belli quelli in esposizione.

Nel 1922 è a Weimar al Bauhaus, e si concentra su singoli elementi: il cerchio, l’angolo, le linee curve e rette, un gusto per una certa disarmonia e per cromie fredde, e fonda la sua pittura su una base irrazionale, fatta di intuizione spirituale. Mentre a Dessau si fa più giocoso con l’influenza di Klee, che diviene un suo grande amico. In Francia esprime al meglio il suo spirito ludico, e s’avvicina al surrealismo. Quarant’anni nella vita di Kandinskij, nella sua mente, nella sua anima, fra le scelte che l’hanno fatto diventare uno dei massimi artisti del Novecento, quel grande Maestro che oggi tutti riconoscono, rompendo alcuni schemi nel mondo della pittura ed aprendosi alle contaminazioni artistiche, facendo diventare l’immagine solo uno degli elementi dell’esperienza sensoriale, senza dimenticare tutti i sensi con cui percepiamo ed entriamo in contatto con le cose, e, in particolare, per l’artista crea l’opera stessa.

Il panorama di Venezia

In mostra è possibile anche immergersi, prima di uscire, in una particolare opera della collezione permanente: si tratta del diorama “Il panorama di Venezia”, di proprietà dell’Accademia Concordi di Rovigo, e del Comune, una veduta di Piazza San Marco, di Giovanni Biasin, un veneziano, realizzata per l’Esposizione Universale di Venezia del 1887. L’opera su carta è lunga 22 metri e alta 1,75, da poco restaurata, rappresenta il bacino di San Marco come se lo spettatore lo stesse ammirando da una barca ormeggiata al largo, e offre una visione più ampia di centottanta gradi sulla Venezia che aveva di fronte Biasin ai tempi della sua creazione. Per visitare la mostra dedicata a Kandinskij gli organizzatori consigliano di arrivare a Rovigo muniti di biglietto: la prenotazione si può fare rivolgendosi al call center o tramite il sito internet ufficiale di Palazzo Roverella.