Mediterraneo nero, la recensione di Danilo Villani del romanzo di Gian Luca Campagna pubblicato da Ugo Mursia Editore.

Mediterraneo nero, la recensione

  • Titolo: Mediterraneo Nero
  • Autore: Gian Luca Campagna
  • Editore: Ugo Mursia editore
  • PP: 286

Dio creò il Mediterraneo,
Poi per punirlo, creò l’Uomo
(aforisma incipit del romanzo)

Carrette del mare in disuso, proprietà di armatori in serie difficoltà economiche, con un manifesto di carico “regolare” affondano, guarda caso, nei punti più profondi del mare nostrum. Nessuna vittima tra i membri dell’equipaggio ma il carico è andato perduto. Però il carico consisteva in tonnellate di rifiuti tossici. Ne deriva il danno ambientale e il danno economico. Per le società assicurative, però.

Tratti autostradali utilizzati come “cassonetti” per scorie di varia natura con l’asfalto a mo’ di sudario.
Cave di marmo, ormai esaurite, ottimi depositi per amianto.

Luoghi incantevoli, affacciati sul mare, con funzione di poligoni militari. Quali armi vengano testate si ignora ma, oggettivamente, non è possibile ignorare le mutazioni genetiche che hanno subìto flora e fauna. E, in qualche caso, anche gli esseri umani.*

Eravamo quattro amici a Bari. Non si sa se volevano cambiare il mondo ma, terminata la fase adolescenziale ognuno ha preso la propria strada. Francesco, il protagonista del romanzo Mediterraneo Nero scritto da Gian Luca Campagna, è un brillante giornalista d’inchiesta.

Trasferitosi da Bari a Roma, vive intensamente la sua professione nonostante una fidanzata eccessivamente pedante. Un giorno riceve una telefonata da Barbara, anche lei facente parte del gruppo amicale, che lo informa che Nicola, divenuto nel frattempo suo marito, si sta spegnendo al Gemelli per un mesotelioma dovuto alle prolungate esposizioni all’amianto.

Dopo aver visitato l’amico e, praticamente, detto addio, ha un colloquio con Salvatore, padre di Nicola, il quale gli consegna una lattina di Coca-Cola. Lattina che Francesco dovrà consegnare a un ingegnere, dirigente della fabbrica, del quale si è persa ogni traccia.

Costruito secondo i più classici dettami del noir mediterraneo, l’opera di Campagna è romanzo d’inchiesta e di denuncia. L’autore, con dovizia di particolari, rende edotto il lettore sulle pastoie economiche, politiche e criminali che gravitano intorno allo smaltimento dei rifiuti e delle scorie tossiche.

Un romanzo d’inchiesta

Diverse e interessanti le caratterizzazioni del romanzo:

  • Marie, killer affascinante, di origine còrsa. Una Angel del male agli ordini di Caino, un Charlie focomelico.
  • Mariano, quarto componente del gruppo originario. La sua strada lo ha portato a fregiarsi del titolo di don. Con tutte le conseguenze del caso.
  • Khaled, immigrato tunisino. Ha visto il figlioletto morire durante la traversata del canale di Sicilia. E’ roso dal desiderio di vendetta.
  • Ludovica, fidanzata di Francesco, autentica torturatrice delle parti basse del protagonista.

Inoltre integrano la struttura del romanzo altri personaggi, inseriti ad hoc nel contesto, che danno al romanzo stesso la coralità tipica del genere.

Roma, Bari, Alpi Apuane, Trieste, l’Istria e last but not least, la pianura pontina, luogo di origine dell’autore che non perde occasione di onorare, costituiscono i presupposti per dare quel tocco on the road che accompagna il lettore lungo tutto lo sviluppo del plot.

Non possiamo però dimenticare l’insana passione che Gian Luca ha per il giuoco del calcio. Anche in questo romanzo è presente, ed è un fattore cruciale per il lato giallo dell’opera.

Francesco Cuccovillo è un bel personaggio e non ci dispiacerebbe rivederlo, e rileggerlo, all’opera. Tra le righe ci sono tutti i presupposti per un sequel. Hai visto mai?

4 barbabietole

*Il tema, nello specifico, è stato trattato da Massimo Carlotto nel romanzo Perdas de Fogu scritto con i Mama Sabot. Gian Luca Campagna ringrazia Massimo Carlotto alla fine del romanzo.